La storia del Jazz – Bebop, Bebop, Bop (1940-1950)

L’avvento della seconda guerra mondiale con le ristrettezze e le incertezze del periodo, pose fine alle grandi Orchestre, molte delle quali cessarono la loro attività. Nacque così il BEBOP,un nuovo stile jazzistico che prese forma nel 1945 da un gruppo di musicisti che si trovarono a tarda ora a suonare in jam session in due locali di Harlem, New York, il Minton’s Playhouse e il Monroe’s e tra i vari musicisti fondatori del Be Bop emersero le figure di Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Con l’avvento del Bebop l’uso degli strumenti si fa più libero e spregiudicato, con la batteria che detta i tempi, scandisce i suoni privilegiando l’uso del piatto, utilizzando il charleston in levare e proponendo continui interscambi improvvisati tra cassa e rullante. L’appellativo fu Rebop, poi Bebop o semplicemente Bop, dalle note e dalla cadenza caratteristica del suono. Dizzie Gillespie nel 1945 incise un brano intitolato Be Bop. I pionieri assoluti del Bebop furono artisti del calibro di Charlie Parker al sax alto, una figura fondamentale ed esemplare dal genio autodistruttivo (morì a soli 35 anni) e Dizzy Gillespie alla tromba, il pianista e compositore Thelonius Monk, l’altro pianista Bud Powell, i batteristi Max Roach e Stanley Clarke, i trombettisti Clifford Brown e Fats Navarro e i sassofonisti Sonny Rollins e Sonny Stitt.

Charles Christopher Parker detto comunemente Charlie Parker, è nato a Kansas City il 29 Agosto 1920 ed è deceduto a soli 35 anni a New York il 12 Marzo 1955. E’ la figura centrale che si identifica con la nascita, lo sviluppo e il declino stesso del bebop. Virtuoso del proprio strumento, genio e sregolatezza, che suonava con una tecnica mai eguagliata, personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall’alcol, presto identificato come il musicista maledetto. Una breve vita la sua, ma intensa. Nei gruppi di Charlie Parker si alterneranno negli anni: Miles Davis (1945-1953), Howard Mc Ghee (tromba), Red Rodney, Fats Navarro (tromba), Kenny Dorham (tromba), J.J.Johnson(trombone), Trummy Young (trombone), Lucky Thompson, Dexter Gordon, Wardell Gray (sax tenore), Milt Jackson (vibrafono), Bud Powell, John Lewis, Al Haigh, Clyde Hart, Hank Jones, Red Garland(piano), Barney Kessel(chitarra), Billy Bauer, Remo Palmieri(chitarra),Oscar Pettiford, Red Callender, Ray Brown, Charles Mingus (contrabbasso), Curley Russell, Tommy Potter (contrabbasso), Max Roach(batteria), Specs Powell, Roy Haynes, Joe Harris, J.C. Heard (batteria). In particolare il brano di Charlie Parker Ko Ko, viene generalmente considerata la prima registrazione di un brano in stile bebop mai effettuata, oltre che il manifesto musicale dello stesso nascente genere. Charlie Parker raccontò di aver accidentalmente creato il bebop mentre improvvisava ripetutamente un brano Cherokee, una composizione di Ray Noble. Si dice che il jazz moderno inizia con Charlie Bird Parker e che sia uno dei pochi eletti a cambiare radicalmente la faccia del jazz. Quando da Kansas City arrivò a New York stupì i suoi contemporanei grazie alla sua tecnica rovente e la sua inventiva multiforme. Di lui ci restano le sue incisioni epocali. Esiste un cofanetto di 8 CD intitolato Charlie Parker – Complete Savoy & Dial Studio Recordings edito nel 2000 per la Savoy Jazz (Atlantic) e che comprende tutta la sua preziosa produzione dal 1944 al 1948. Sono le sue preziose incisioni per le etichette Dial e Savoy e con 4 CD incisi dal vivo e con un libretto illustrato di 93 pagine. Negli otto CD appaiono come musicisti, alcuni giganti e cavalieri del Bebop: alla tromba Dizzy Gillespie e Miles Davis, il batterista Max Roach, i pianisti Bud Powell, Duke Jordan e John Lewis e i bassisti Curly Russell e Tommy Potter. Charlie Parker rimane uno dei maestri inarrivabili del Bebop e un ineguagliato improvvisatore su schemi armonici elaborati. Maestro delle sonorità e del vibrato e dotato di una forza non comune, la musica di Charlie Parker trasuda di un intrigante lirismo a prescindere dal ritmo. Charlie Parker resta il più grande solista di sax alto, nonché per molti considerato il più grande solista, artista ed improvvisatore jazz di tutti i tempi. Bird è anche la storia del genio del jazz Charlie Parker, in un film scritto da Joel Oliansky e prodotto e diretto da Clint Eastwood nel 1988.

In questo stesso periodo a fianco di Charlie Parker, emerge colui che presto diventerà un’icona del jazz, quel Miles Davis che suonava come nessun altro al mondo, aveva il cosiddetto physique du role ed un grande carisma. La sua musica ha influenzato il jazz in maniera definitiva, con le sue improvvisazioni, le svolte fulminee e inattese, il suono intenso della sua tromba capace di suscitare forti emozioni. Il Principe delle Tenebre come venne soprannominato Miles Davis è stato un laboratorio vivente che ha influenzato lo sviluppo di generazioni di musicisti creando nuove tendenze musicali e riuscendo allo stesso tempo ad essere un musicista ed artista rivoluzionario e un’icona della cultura pop e dell’industria dello spettacolo. L’album di Miles Davis ‘Round About Midnight pubblicato nel Marzo del 1957 è considerato un capolavoro di Hard Bop e uno dei dischi migliori e più rappresentativi in assoluto di tutti i tempi con Miles Davis alla tromba e tra gli altri: John Coltrane al sax tenore e Paul Chambers al basso. Altri dischi epocali di Miles Davis sono la compilation edita dalla Capitol records nel 1957 Birth of cool con registrazioni del 1949 e 1950 e alcuni dei suoi dischi su Columbia: Porgy and Bess (1959), Kind of blue (1959), Sketches of Spain(1960), In a silent way(1969) e Bitches Brew del 1970. Davis disse di sé: per me la musica e la vita sono una questione di stile.

James Moody è stato invece un sassofonista e flautista nato il 26 marzo 1925 a Savannah, Georgia poi residente nel New Jersey, parzialmente sordo che collaborò con molti jazzisti, tra cui Dexter Gordon, Elvis Jones e Charles Mingus e co-diresse l’orchestra di Dizzy Gillespie a partire dal 1947 per poi lasciarla e ritornare nel 1963, restandoci poi per molti anni e dopo la morte di Gillespie stesso continuò con la stessa orchestra sino al 2009. E’ celebre per la sua versione di A moody’s mood for love, un brano da lui riadattato mentre stava in Europa e concepito in Svezia, capolavoro d’improvvisazione. Resta uno dei pionieri del Bop, morì il 9 Dicembre 2010 a San Diego, California.

Thelonious Monk,nato a Rocky Mount nel Nord Carolina il 10 Ottobre del 1917 e deceduto a Weehawken nel New Jersey il 17 Febbraio 1982, soprannominato il sommo sacerdote o il profeta è uno dei geni più singolari del XX secolo, un personaggio surrealista ed enigmatico, uno dei più grandi compositori, uno dei musicisti più originali e rivoluzionari, pianista e direttore d’orchestra capace di travolgere allo stesso tempo la melodia, l’armonia e il ritmo. Un personaggio dominato dalla stranezza comportamentale, da un mutismo eccessivo e da un forte egocentrismo. Una carriera inusuale che lo porterà ad essere un caposcuola del jazz, unendo un profondo senso musicale ad uno stile unico. Ha un fascino tutto suo, un nome singolare ed indimenticabile anche se identico a quello del padre, una predilezione per degli strani copricapo esotici ed una abitudine ad improvvisare balli sul palco. Il suo stile pianistico è potente e idiosincratico anche se la sua immagine pubblica ha rischiato di oscurare tutta la sua bravura e la reale portata della sua musica. Da giovane accompagna all’organo e al piano sua madre, testimone di Geova che canta in una chiesa battista. A Kansas City incontra Mary Lou Williams poi suona e incide con Coleman Hawkins nel 1944, Cootie Williams e nel 1946 è nella big band di Dizzy Gillespie, con Charlie Parker nel 1950, con Sonny Rollins nel 1954 e 1957, Miles Davis nel 1954, Art Blakey nel 1957, ha suonato con John Coltrane, Johnny Griffin e Roy Haynes, poi come succede spesso nella sua vita travagliata viene arrestato, finisce in prigione, viene malmenato dalla polizia e più volte gli viene tolto il libretto di lavoro,la cosiddetta cabaret card (richiesta per poter suonare e lavorare nei locali in cui si vendono alcolici). Nel 1951 per un breve periodo, e invece nel 1958 per oltre due anni gli viene ritirato il libretto di lavoro. Nel 1970 e 1971 è in Europa con i Giants of Jazz con cui incide alcuni pezzi. Dal 1972 al 1982 negli ultimi dieci anni della sua vita interrompe il rapporto con il mondo per rifugiarsi in un mutismo e una decisiva e assoluta incomunicabilità. Ha inciso numerosi album a suo nome per la Blue Note dal 1947 al 1952, per la Prestige dal 1952 al 1954, la Riverside dal 1955 al 1961 e la Columbia dal 1962 al 1968.

Ornette Coleman è uno dei pochi ad aver cambiato il corso della musica, non solo del jazz, la sua influenza infatti è stata enorme e pervasiva. Nato il 9 Marzo 1930 a Fort Worth in Texas, li genio venuto dal Bop è stato un leader del free-jazz, visionario e rivoluzionario, scomparso all’età di 85 anni l’11 Giugno del 2015. A fine 1959 esce The Shape of jazz to come per la Atlantic, uno dei primi album in assoluto di avant-guarde jazz e nulla sarebbe stato più come prima. Nel 1960 sempre per l’Atlantic pubblica l’album This is our music contenente uno dei suo brani più celebri: Beauty is a rare thing di oltre 7 minuti, ancora oggi manifesto della sua perenne tensione verso l’ideale bellezza. Beauty is a rare thing sarà anche il titolo di un lussuoso e basilare cofanetto di 6 CD a lui dedicato con le sue registrazioni tra il 1959 e il 1961, edito dalla Rhino records nel 1993 e ristampato nel Marzo 2015. Tra i suoi album seminali Free Jazz: A Collective Improvisation, by The Ornette Coleman Double Quartet, pubblicato nel 1961, suo sesto ellepì, un disco con una serie di improvvisazioni singole e collettive che con il suo emblematico titolo crea semplicemente un nuovo movimento, un nuovo genere, il free-jazz. Registrato in studio, si può ascoltare in perfetta stereofonia sul canale sinistro il quartetto con Ornette Coleman al sax alto, Don Cherry al pocket trumpet, Scott LaFaro al basso e Billy Higgins alla batteria e sul canale destro dell’altoparlante l’altro quartetto con Eric Dolphy al clarinetto basso, Freddy Hubbard alla tromba. Charlie Haden al basso e Ed Blackbell alla batteria. Ornette Coleman, è molto più in là di tutti gli altri e con Charlie Parker, Miles Davis e Dizzy Gillespie resta indiscutibilmente uno dei più grande innovatori della storia del jazz in assoluto. Testimone di Geova poi convinto ateista, Ornette Coleman, destabilizzò la scena del jazz con i suoi voli pindarici con il suo sassofono che alzando enormemente i toni era alla perenne ricerca del suono della voce umana. Nell’autunno del 1959 a New York con Don Cherry inaugura il Five Spot e nell’occasione si presenta con un sax alto di plastica bianca suscitando violente controversie ed un certo scandalo. Ornette Coleman ha trovato una valida alternativa alle convenzioni del bop generando una linea melodica ed emozionale. Principalmente è un sassofonista contralto ma durante un tour europeo lo si è scoperto suonare anche in maniera non troppo ortodossa, la tromba, il sax alto e il violino. Il suo modo di suonare il sax è dissacrante, capace di mischiare ritmi ossessivi e improvvisazioni scatenate. Negli anni ’70 suona con varie formazioni tra cui i Prime Time e dove riesce perfettamente a fondere il free-jazz con il rock, con il funk e suonando anche con musicisti del Marocco. Le certezze del jazz sono state dissacrate, sconvolte e rigenerate con le loro opere da pochi musicisti e piccoli geni al mondo come Ornette Coleman, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Charles Mingus e Thelonious Monk.

Charles Edward Haden, in arte Charlie Haden è nato a Shenandoah nello stato dell’Iowa il 6 Agosto del 1937 ed è deceduto a Los Angeles l’11 Luglio 2014. Noto contrabbassista, è principalmente conosciuto per la sua lunga collaborazione con Ornette Coleman. Resta un musicista e personaggio   importantissimo e all’avanguardia nel proporre con la sua Liberation Music Orchestra un primo album del 1969 in cui Carla Bley appare come arrangiatrice e il realismo del free-jazz va a braccetto con certa musica politica. Vincitore nella sua invidiabile carriera di tre Grammy Award, come migliore esecuzione strumentale di jazz latino del 1997 con l’album di Pat Metheny Beyond the Missouri Sky (Short Stories), per il CD di musica latina Nocturne del 2001 con brani bolero di Cuba e Messico e per Land of the sun del 2004 con la collaborazione del pianista cubano Gonzalo Rubalcaba. A Los Angeles suona con Art Pepper (1957), Paul Bley dal 1957 al 1959, Hampton Hawes dal 1958 al 1959) e con Ornette Coleman dal 1959 al 1962. Nel 1967 si esibisce con Ornette Coleman al Festival di Monterey (California). Nel 1975 e 1976 ha inciso una serie di duo assieme ad alcuni dei suo amici e musicisti preferiti:Alice Coltrane, Keith Jarrett, Ornette Coleman, Archie Shepp,Paul Motian e Hamton Hawes. Ha suonato e collaborato con Archie Shepp in California ed in Europa, con Pee Russell, Henry Red Allen ed una miriadi di illustri artisti e musicisti. Ha fatto parte del celebre trio di Keith Jarrett e del suo American Quartet con Paul Motian, Dewey Redman e il percussionista Guilherme Franco dal 1967 al 1976. Nel 1986 ha formato il suo Quartet West. Charlie Haden era conosciuto per il suo stile dai toni caldi e dal sostanziale vibrato del suo contrabbasso. Nel 2008, all’età di 71 anni, aveva realizzato un album davvero ambizioso, essenziale e brillante, co-prodotto da sua moglie Ruth Cameron intitolato Charlie Haden Family & Friends -Rambling Boy, in cui appaiono moltissimi membri della sua allargata famiglia, le sue figlie e figli musicisti Petra, Rachel, Tanya e Josh Haden, suo genero Jack Black e ospiti illustri come Béla Fleck, Pat Metheny, Vince Gill, Elvis Costello, Rosanne Cash, Ricky Skaggs, Bruce Horsby ed alcuni tra i migliori musicisti di Nashville per un album in cui Charlie Haden rende omaggio alle sue radici country con un mix di brani tradizionali ed originali.

Nel periodo Bop si afferma un altro musicista basilare, Stan Kenton, pianista,arrangiatore e direttore d’orchestra, nato a Wichita nel Kansas il 15 Dicembre 1911 e morto a Hollywood in California il 25 Agosto 1979. La sua è stata un’orchestra di progressive jazz ed un lungo ed elaborato esempio tra jazz e musica colta. La sua big band prevede 5 trombe e 5 tromboni. Nel 1950 forma un complesso con 43 musicisti Innovations in Modern Music, nel 1952 la New Concepts In Modern Music in Artistry in Rhythm Orchestra con il quale va in Europa nel 1953, segue la New Era in Modern Music, poi non si ferma e dirige numerose altre orchestre dall’impostazione più classica. Nelle sue formazioni suonano artisti prevalentemente bianchi e di cui molti di questi strumentisti saranno in auge negli anni ’50 e ’60 in California come Bud Shank (sax), Zoot Sims (sax), Stan Getz al sax, Gerry Mulligan alle ance, Lee Konitz (sax), Art Pepper(sax), Shelly Manne alla batteria, Maynard Ferguson( tromba e trombone), Kai Winding e Frank Rosolino al trombone, Shorty Rodgers e Neal Hefti alla tromba. Con una volontà di perfezionismo legata anche alla minuziosa scelta di musicisti e arrangiatori, il suo periodo più creativo lo vede incidere numerosi ottimi album soprattutto dal 1943 al 1958.

Sun Ra nome d’arte di Herman Poole Blunt è nato il 22 Maggio del 1914 a Birmingham in Alabama ed è deceduto all’età di 73 anni il 30 Maggio 1993 nella sua città natale, a Birmingham nell’Alabama. Compositore, pianista, tastierista, arrangiatore, poeta e direttore d’orchestra. Conosciuto per la sua filosofia cosmica. Alla fine degli anni ’30 è a Chicago dove molti lo ricordano ancora con il nome di Sonny Blount. Accompagna la cantante Waynona Harris e con lei incide nel 1946 due singoli. E’ nell’orchestra di Fletcher Henderson nel 1946 e 1947. Nel 1948 forma un trio come Sonny Blount, con il sassofonista Coleman Hawkins e il violinista Stuff Smith. Cambia in seguito il suo nome legale in Le Sony’r Ra. Da metà degli anni ’50 sino alla sua morte nel 1993 ha sempre guidato la sua Arkestra in cui hanno militato centinaia di musicisti tra cui rammentiamo Pharoah Sanders al sax dal 1964 al 1965, Marshall Allen (sax alto) dal 1957 in poi e Don Cherry (pocket trumpet) dal 1983 al 1990. La costante fondamentale della sua attività e stata quella di disorientare tutti con sonorità bizzarre, titoli delle composizioni assurde, soprannomi ai musicisti, costumi di scena stralunati, un folklore immaginario e interplanetario, l’uso di strumenti inauditi come la celeste elettronica o il clavioline. La sua è una sorta di utopia musicale. Nel 1969 ha partecipato al Festival di Newport e per la prima volta nel 1970 viene in Europa. Fino alla metà degli anni ’80 ha prodotto una discografia immane di circa 150 album ed in effetti per la longevità della sua orchestra, per via del numero di dischi incisi, dei suoi fedeli compagni d’avventura, la biografia musicale di Sun Ra può essere paragonata soltanto a quella di Duke Ellington e Count Basie. Il suo è un jazz spaziale in cui ci sono lunghe sequenze retrospettive, riletture e rivisitazioni. Sun Ra ha sempre stupito e sbalordito con i suoi viaggi nel passato, arazzi sonori non riproducibili, la sincronia del Sole con i suoi pianeti, inni, marce, musica elettronica, tastiere elettroniche, sogni vaghi e astratti, lunghi e lancinanti collettivi di percussioni sotto il segno dell’Antico Egitto o di una Etiopia dimenticata senza dimenticare che era solito indossare costumi da extraterrestre. Interessato ad una musica frammentaria in cui dà atto alla sua più intensa fantasticazione. Sun Ra ha creato una musica rivoluzionaria senza le sezioni delle convenzionali big band e in cui la combinazione fra i vari strumenti viene continuamente cambiata. Nella sua Sun Ra Cosmic Arkestra hanno suonato vari sassofonisti importanti che sono stati per anni la base della sua Big Band come John Gilmore dal 1954 al 1964 e dal 1965 al 1993( sax tenore e clarinetto), Marshall Allen dal 1957 al 1993 (sax alto, flauto e oboe), Pat Patrick dal 1950 al 1959, dal 1961 al 1977 e dal 1985 al 1988 (sax baritono, clarinetto e flauto) e Danny Davis (sax alto e flauto) dal 1962 al 1977 e nel 1985. Alla morte di Sun Ra del 1993, l’Arkestra é esistita ancora ed è stata guidata da John Gilmore fino alla sua morte del 1995 e poi per alcuni anni ancora nuovamente sotto la guida di Marshall Allen. La carriera e le incisioni di Sun Ra vanno divise in tre periodi differenti: a Chicago dal 1945 al 1961, a New York dal 1961 al 1968 e a Philadelphia dal 1968 al 1993. Resta uno dei più creativi arrangiatori nella storia della musica jazz. Tra i suoi album più rappresentativi ed emblematici: Jazz in Silhouette (1959), The Heliocentric Worlds of Sun Ra Volume One del 1965, The Magic City del 1966 edito dalla Saturn records, Nothing is inciso dal vivo nel 1966 ma pubblicato dalla Esp Disk soltanto nel 1970, Atlantis (1969), Outer Spaceways Incorporated (1971), Space is the place (1972), Languidity (1978) e Nuclear War (1982).

Aldo Pedron