‘Oklahoma’ e la Guerra di Secessione, ovvero ‘Ci sono guerre e guerre’, i misteriosi percorsi della comunicazione

Ci sono guerre e guerre.

Quelle dimenticate.

Quelle che tutti seguono giorno per giorno.

Quelle che appassionano.

Quelle che stancano.

Quelle di cui non si vorrebbe sapere nulla.

Quelle romantiche.

Quelle sbagliate perché non si dovevano cominciare. Quelle portate avanti disastrosamente.

Perfino, quelle che non si vogliono vincere.

 

Ai tempi di una oramai lontana giovinezza, per me davvero appassionante l’Indocina: l’impero coloniale francese che andava sgretolandosi, la mitica Legione Straniera, l’infinita resistenza di Dien Bien Phu…

Mai seguita se non con distacco, invece, la Corea.

Poi, ossessionante, tragica, straziante quella del Vietnam: via via martellanti e ‘cattive’ le cronache, via via sempre più ‘sporco’ un conflitto decisamente mai ‘amato’ (si può amare una guerra? Da lontano, sì!).

Tecnologica e distante quella del Golfo: immagini televisive sbiadite e sfuggenti…

Inutili, del tutto inutili Afghanistan e Iraq.

Stupidissima quella di Libia per eliminare Gheddafi: un atto di vera demenza.

 

Quale per me la guerra romantica per eccellenza?

Quella di Secessione, senza dubbio!

E, naturalmente, per ‘merito’ del Sud.

Lo so, lo so, il Sud degli Stati Uniti era schiavista, retrogrado, destinato necessariamente alla sconfitta…

Ma, per la miseria, chi mai tra gli scrittori da quel dopoguerra agli anni Cinquanta del Novecento (e, a ben guardare, fino ad oggi), chi mai, in tempi cinematografici, tra registi e sceneggiatori ha dedicato un romanzo o un film di vero impatto al grigio Nord?

‘Via col vento’ avrebbe potuto essere ambientato altrove che a Sud?

 

Per il vero e per quanto mi riguarda personalmente, ho amato i secessionisti americani per via di ‘Oklahoma’.

Correva l’anno 1952 e tra i mille fumetti in edicola ecco spuntare appunto ‘Oklahoma’.

Protagonista, in cotal modo chiamato, un giovanissimo pellerossa che per quanto ciò possa oggi sembrare impossibile parteggiava per il Sud.

Mille le avventure vissute, mille i pericoli affrontati e superati dal ragazzetto che si batteva con tutte le sue forze contro i ‘cattivissimi’, nella rappresentazione, nordisti.

Avevo otto anni e quel fumetto mi diede un imprinting davvero particolare.

Per quanto abbia dipoi studiato e approfondito, in quella guerra eroicamente e romanticamente combattuta dagli sconfitti io sto col Sud!

Mauro della Porta Raffo