L’indispensabile rompiballe
Omaggio a Mauro della Porta Raffo

In occasione del ventesimo anniversario dell’uscita su Il Foglio della prima ‘Pignoleria’

 

Chi è davvero Mauro della Porta Raffo?

Un giornalista?

Un intellettuale?

Uno storico?

E’ come un prisma, lo scopri sempre in una luce diversa ma con una costante: è un rompiballe, uno che non le manda a dire.

Uno pensa: ma è un merito?

Io dico di sì.

Viviamo in un’epoca in cui si oscilla tra il politicamente corretto, così manierato da annullare la forza e il coraggio delle opinioni, e la sguaiatezza dei dibattiti televisivi o dei commenti da web, tanto violenti quanto vuoi.

Mauro, invece, è il rompiballe colto, puntuale, documentatissimo, che sa fare le pulci a una categoria, quella dei giornalisti, piuttosto di manica larga riguardo alla verifica delle fonti, soprattutto storiche, e propensa al “copia e incolla”.

Basta che l’abbia già scritta qualcun altro, in particolare una testata autorevole, perché quella “verità” venga ripetuta all’infinito.

Che poi la “verità” contenga strafalcioni colossali sembra non importare a nessuno.

C’è in archivio?

C’è in internet?

Si pubblichi, che problema c’è?

Eh no, il problema c’è, eccome.

Il grande merito di Mauro della Porta Raffo è stato quello di non accodarsi , come capita a tutte le persone di temperamento, e di sfidare l’establishment giornalistico, denunciando puntualmente errori che una stampa seria non dovrebbe commettere.

Di solito i rompiscatole di questa risma finiscono male: non al rogo, ma in un cantuccio, trattati come appestati, che per un editorialista era, soprattutto venti anni fa, sinonimo di “morte editoriale”.

Già, perché oggi le firme vivono anche – e spesso soprattutto – su internet, nel 1996 no: o venivi pubblicato o non esistevi.

Il miracolo è che uno come Mauro non è finito ai margini ma, grazie al gusto della provocazione intellettuale di Giuliano Ferrara, è assurto a pubblico censore dei giornalisti, che per anni si sono sforzati di controllare meglio date e citazioni, non tanto per servire il lettore, ma nel timore di venire citati dal Gran Pignolo, sul Foglio e poi su Panorama.

Un timore che, sia chiaro, avevo anch’io.

Quando nel 2006 pubblicai il mio primo saggio “Gli stregoni della notizia” ad angosciarmi non era il giudizio del pubblico, ma quello di Mauro.

Pensavo: chissà cosa troverà…

E quando un giorno ricevetti una telefonata entusiastica, la sua, in cui mi comunicava di aver trovato una sola imprecisione e che il libro gli era piaciuto assai, iniziai a rilassarmi.

Avevo ottenuto il bollino di garanzia, quel “MdPR” che nelle redazioni equivale al miglior Certificato di autenticità.

Potere di un solo uomo.

Potere di un indispensabile rompiballe.

Marcello Foa