Non gli riuscì

Fu solo quando finalmente raggiunse il canneto che il vecchio si girò indietro, verso l’altra sponda.

Aveva remato lentamente, centellinando le forze.

Aveva remato in avanti: incredibile come dopo venticinque anni e passa le fratture agli avambracci ancora lo limitassero nei movimenti.

La riva della Schiranna ora si distingueva nitidamente.

La nebbia bassa che l’avvolgeva quando era arrivato all’imbarcadero dal quale era partito, dissolta.

Il sole cominciava a scaldargli le spalle e probabilmente fra poco avrebbe dovuto levarsi il maglione.

Il vecchio cercava il passaggio verso la darsena davanti alla quale settant’anni prima i gobbetti abboccavano che era un piacere.

Meno canne allora.

Meno canne e un compagno con il quale parlare mentre i pesci sembrava non aspettassero altro che l’esca quasi volessero uscire dall’acqua e precipitarsi in barca.

Cinquantotto: ricordava che un’ora e mezzo dopo, a casa, nel lavello della cucina, aveva messo in fila l’uno accanto all’altro cinquantotto tra gobbi e lavarelli.

Poi era arrivata sua madre e si era messa le mani tra i capelli protestando la propria incapacità a pulire tutto quel pesce che per di più nessuno in famiglia, lui compreso, amava mangiare.

Ed era lì adesso per rivivere quella tra le oltre trentaduemila giornate della sua lunga vita, l’unica nella quale avesse mai pescato.

Era lì per il lago, per la barca, per il rumore dei remi, per il sole che prima doveva ancora sorgere e poi, velocissimamente, si alzava nel cielo, per il successivo tepore sulle spalle…

Perché, fra tutte, era proprio l’espressione che aveva sua madre quella lontana mattina che maggiormente amava.

A fatica, portò la barca dove pensava fosse più facile passare.

Le canne si aprivano davanti al piccolo legno e si chiudevano subito dietro.

Poi, finalmente, un tratto d’acqua libera e l’ingresso della darsena.

Stanco, cercò all’interno un attracco.

Con calma, con molta calma, scese e, in salita, s’incamminò verso il paese.

In piazza, la chiesa, il tabaccaio, un bar, la farmacia, il municipio e una panchina sotto un albero.

La giornata andava come meglio non avrebbe potuto, si disse, soddisfatto, sedendosi all’ombra.

Riposiamoci prima di ritornare indietro.

Chiuse gli occhi e subito rivide la madre che sorridente lo sgridava per tutti quei pesci.

Un raggio di sole colpiva i suoi capelli da dietro: era bellissima.

Fece allora il vecchio per rialzarsi, ma non gli riuscì.

Mauro della Porta Raffo