Il film della vita di Giancarlo Lehner: Pic-nic

Il film che ha dato una svolta alla mia vita, trasformandomi da maschio introverso, timido, lirico, imbranato a strenuo insolente irruento sensuale annusatore di triangoli, lagune e insenature femminili è stato ‘Pic-nic’, con William Holden e Kim Novak.

William e Kim – una delle più belle donne di sempre, raffinata, misteriosa e, insieme, con una sensualità agreste, da ninfa boschiva calda e morbida  – danno un calcio alle convenzioni e alle relazioni di tipo istituzionale – la famiglia, la prole, il parentado -, raccontando, con le loro sinuosità, labbra, sguardi, fianchi, seni, i ritmi perentori dell’amore autentico, la passione che sgorga dalle viscere, si sfrega e s’accende, sino ad ustionare gli ‘altri’.

Non rammento il regista, ma di certo è da considerarsi uno dei più autorevoli autori politicamente impegnati, avendo rappresentato il messaggio più rivoluzionario ed universale possibile: tu, pezzo di maschio, tendenzialmente ignorante, scemo e psicotico, rinsavisci, impegnati a cercare la tua donna e se avrai la fortuna che ti cada addirittura addosso seminuda, balla con lei e prendila subito, ovunque e di continuo.

Tutto il resto, infatti, è un miraggio (religione, politica, cultura, senso dello Stato, civismo,  socialismo, solidarietà, no smoke, alcolisti anonimi, tolleranza, rispetto per i diversi, vescovi-operai, sindacalismo confederale, cooperative rosse e bianche, pago le tasse, ecologia, cassonettismo differenziato, etc)  di cose che sembrano serie e necessarie, essendo, invece, delle stronzate controrivoluzionarie.

‘Pic-nic’ per me è stato il libretto rosso e carnale della vera ideologia.

Giancarlo Lehner