Il ‘dilemma madisoniano’ e la sua soluzione

Brani tratti dalla presentazione vergata da Giorgio Rebuffa alla edizione  italiana di ‘Storia del diritto americano’ di Lawrence M. Friedman – MdPR

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Come diceva John Stuart Mill, “Su tutti i grandi argomenti molto resta da dire” e infinite sarebbero le pagine da scrivere sul fondamentale tema del diritto americano, sulle sue caratteristiche, sulle specificità, sui suoi ovvi collegamenti con il diritto inglese e nel contempo sui suoi profondi allontanamenti dal medesimo, sull’esercizio in America della professione forense e sull’autorevolezza incontestata della Corte Suprema, su questo…, su quello…

Nell’impossibilità, in un volume che vuole essere pur nella sua corposità introduttivo alla storia USA, di dedicare all’argomento non più di poche righe, riporto due brani vergati da Giorgio Rebuffa alla cui felice trattazione rimando:

 

“Al centro del sistema costituzionale (degli Stati Uniti) vi è quello che la cultura giuridica americana ha chiamato ‘il dilemma madisoniano’: il conflitto tra il principio di maggioranza che conferisce ai poteri legittimati dal voto popolare, e in primo luogo all’esecutivo, una competenza decisionale quasi assoluta, e il principio, altrettanto assoluto, della tutela delle minoranze, non solo politiche, ma in qualunque modo ‘non conformi’ ai comportamenti e alla opinioni della maggioranza”.

“La Corte Suprema è stata… uno strumento eccezionale per risolvere il ‘dilemma madisoniano’.

La fortuna del diritto americano è stata di avere avuto quasi sempre nella sua storia una magistratura con orientamenti talora opposti, talora coincidenti con quelli dei poteri rappresentativi, ma sempre insofferente nei confronti di questi ultimi.

Una magistratura aristocratica e impenetrabile, insensibile agli umori dell’opinione pubblica, è stata l’unico ‘garante’ conosciuto nella storia del costituzionalismo moderno.

E’ così che la Corte ha risolto il ‘dilemma madisoniano’: tutelando le minoranze senza bloccare l’azione politica delle maggioranze, riuscendo quasi sempre a mantenere il difficile equilibrio tra esercizio della politica e esercizio della giurisdizione”.

Mauro della Porta Raffo