‘Una vita difficile’ il film della vita di Cesare Lanza

Il ‘mio’ film è ‘Una vita difficile’, 1961: osannato, ma non abbastanza, dai critici.

A mio parere, il più bel film di Alberto Sordi, scritto da Rodolfo Sonego. Regista il mitico Dino Risi, nel sontuoso cast una splendida Lea Massari, Claudio Gora, Franco Fabrizi, Lina Volonghi, Franco Scandurra e… Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Alessandro Blasetti nella parte di loro stessi.

Avevo diciannove anni e non ho mai più rivisto questo film (prometto che lo cercherò!), ma me lo porto da sempre nel cuore…

Per vari motivi.

Ero poco più che un ragazzo, cominciavo a scoprire la vita e i compromessi, l’eterno filo di equilibrio su cui si regge l’esistenza e anche il destino di un uomo: di là meschinità, cedimenti e compromessi, di qui dignità, orgoglio, la scelta coraggiosa di comportamenti di cui non ci dovremo vergognare, guardandoci allo specchio.

Il protagonista (Sordi) è Silvio Magnozzi, partigiano sul lago di Como, nel ’44.

Una bella, sbrigativa e un po’ ignorante locandiera (Massari) gli salva la vita e gli offre un rifugio sicuro.

Con annessa, si capisce, storia d’amore.

Alla prima occasione però lui torna nella sua città, Roma, e chi si è visto si è visto.

Magnozzi è un giornalista e all’epoca io cominciavo a far pratica, poverissimo, in un giornale: questo è un altro legame sentimentale col film.

La fame di Magnozzi era anche la mia.

vitaIl protagonista è un comunista-utopista con idee politiche e passionali precise che lo portano a scontrarsi di continuo con la realtà dell’immediato dopoguerra, dell’Italia che cambia pelle ma non troppo.

Poi, ritrova Elena, si sposano e quanto è difficile arrivare alla fine del mese…

Traversie, litigi… la moglie lo lascia, lui si vende per tirare a campare, ma nell’ultima scena memorabile del film Magnozzi ritrova la propria dignità tirando un bel ceffone all’arrogante datore di lavoro e buttandolo in piscina, durante una festa.

Altri momenti indimenticabili: la cena in cui Sordi/Magnozzi si trova con una tavolata di fossili monarchici, proprio nel momento in cui viene annunciata la sconfitta del Re nel referendum e, più di tutte, la scena in cui Sordi, che ormai ha sul gobbo famiglia e problemi di ogni tipo, tenta un esame da universitario fuori corso e si raccomanda inutilmente al cuore della severissima commissione di esame.
“Un’altra domanda…”, supplica Sordi e l’esaminatore gliene spara un’altra sì, ma impossibile.

E lui, attonito, impietrito, dopo un silenzio terribile: “Grazie…grazie di tutto…grazie!” e se ne va, schiacciato dalla sconfitta.

Un film grandioso, credetemi, sul non senso, le illusioni, le ambizioni e le asprezze cui ci obbliga la vita.

Cesare Lanza