“Ah, se avessi potuto cantare!”

“Di quella pira l’orrendo foco” urlata a squarciagola sulla passeggiata di Nervi, tenuto per mano dai miei nonni paterni, fu da subito il mio cavallo di battaglia.

Avrò avuto cinque o sei anni, ma la passione per l’Opera lirica, e soprattutto per la vocalità, si era già impadronita di me.

Sognavo di fare il cantante, il tenore per l’esattezza, e già mi vedevo nei panni di Manrico, di Radames, di Don Alvaro: tutti tenori ‘eroici’, figure che occupavano nella mia fantasia il ruolo dell’eroe dei fumetti, proiezione di ogni bambino.

Purtroppo la natura non fu generosa.

Il passaggio all’età dell’adolescenza mi consegnò una voce dal suono sgradevole e una impossibilità a raccordare l’emissione con quanto sentiva l’orecchio.

Addio sogni di gloria.

E’ questa la vita che non ho vissuto: quella del cantante lirico, in giro per il mondo, costretto suo malgrado a temere i raffreddori come la peste, ma gratificato dall’indossare i panni di personaggi fatti apposta per provocare le passioni più accese.

L’amore per il teatro, e per il teatro d’opera in particolare, da quel seme dell’infanzia germogliò portandomi quasi naturalmente alla scelta della professione di organizzatore musicale: un lavoro che non si può fare se non si amano gli artisti.

E io, nella mia lunga carriera, gli artisti li ho amati tutti: dai direttori d’orchestra, ai registi, ai cantanti.

Ma il mio cuore ha continuato a battere soprattutto per questi ultimi che hanno trovato in me sempre, più che il datore di lavoro, l’amico con cui condividere gioie e dolori e il compagno di tante avventure.

Ho amato soprattutto i cantanti perché sono loro quelli che sul palcoscenico rischiano di più: basta pochissimo, un nonnulla, un fiato sbagliato o una nota presa male, per compromettere una serata che si era avviata sotto i migliori auspici.

Ho vissuto le loro difficoltà, a volte le loro sofferenze, ma tuttavia non ho mai cessato di pensare in un angolo riposto della mia mente: “ah, se avessi potuto cantare…!”

Carlo Fontana

(già Sovrintendente alla Scala di Milano e

amministratore del Regio di Parma)