Le cosiddette ‘primarie’ del PD

Varese, 18 gennaio 2015

 

Viva le primarie!

Diamo al popolo la possibilità di scegliere i candidati!

Imitiamo gli (fino a ieri, odiatissimi) americani!

E’ così che si dimostra di essere veramente democratici!

E, siccome, dacché, noi siamo moolto più aperti, più ‘liberal’, più democraticamente corretti, più accoglienti, più multiculturali (si può dire, anche se suona male?) di loro come di chiunque altro, le organizziamo a modo nostro!

Ecco, in buona sostanza, cosa si sono detti quei ‘sinistri’ ignorantoni che anni fa hanno messo in piedi questa baracconata, questa porcheria.

Che tali siano le sedicenti ‘primarie’ del PD era evidente fin dalla loro ideazione (e lo scrissi, ovviamente).

Oggi, per quanto il mondo sia popolato da gente di durissima cervice, è chiaro a qualsivoglia persona che non abbia portato il cervello all’ammasso.

Ma vediamo perché.

Vediamo, in non poi molte parole, perché quelle USA funzionano e quelle del PD fanno pena.

 

Primo: negli Stati Uniti d’America le primarie riguardano i singoli partiti e non le coalizioni.

Secondo: gli aventi diritto al voto sono solo i cittadini (non anche i turisti, come in quelle PD) maggiorenni iscritti alle ‘liste elettorali’.

Se le primarie sono ‘aperte’, appunto tutti costoro, Stato per Stato, hanno diritto di partecipare.

Se le primarie sono, come nella maggioranza dei casi, ‘chiuse’, sempre Stato per Stato, possono recarsi alle urne solo i cittadini iscritti alle predette ‘liste’ che al momento dell’iscrizione abbiano dichiarato la loro appartenenza al partito che le indice.

Ora, come ognun vede, la porcheria messa in piedi dai nostri ‘sinistri’ e assolutamente diversa: si vota per coalizione e ai seggi sono ammessi cani e porci, non solamente i cittadini italiani.

Conseguenze?

Visto che nelle primarie votano più facilmente i ‘duri e puri’, i maggiormente motivati, capita abbastanza spesso che i candidati prescelti appartengano a uno dei partiti ‘minori’ della coalizione (basti guardare a Vendola in Puglia, a Pisapia a Milano, a Doria a Genova…) spostando pertanto la coalizione su posizioni più radicali.

Non votando solo i cittadini italiani, occorre spesso che la scelta sia condizionata da persone che poi non hanno diritto di voto al momento delle elezioni ‘vere’.

Infine, non essendo le primarie ‘chiuse’ (e, d’altra parte, non esistendo in Italia le ‘liste elettorali’ come quelle USA, se si volessero ‘chiudere’ sarebbe obbligatorio ammettere al voto solo gli iscritti ai partiti), possono partecipare anche gli avversari politici che se bene organizzati snaturano la scelta.

Per di più, fenomeno prettamente nostrano che peraltro può essere messo in atto per via dell’assurdo regolamento che i più volte citati ‘sinistri’ demagoghi ignorantoni hanno messo in piedi, è possibile portare ai seggi gente opportunamente ammaestrata o profumatamente pagata.

VIVA LA DEMOCRAZIA, VIVA IL PD, DUNQUE.

 

P.S. Quanto alla ‘primarie’ indette per la scelta del segretario nazionale del povero PD sono qualcosa di veramente esilarante: il meccanismo, difatti, è originalmente concepito per la selezione dei candidati a una carica pubblica e l’averlo adottato alla citata bisogna ha provocato un vero cataclisma.

Matteo Renzi è stato pertanto eletto non dai pdiessini ma da gente delle più diverse idee e tendenze la qual cosa, ovviamente, lo pone in forte contrasto con gli iscritti e i militanti del partito, militanti che, per conseguenza, stanno abbandonando il PD a frotte e nelle varie circostanza elettorali si astengono.

Quando, fra non molto, anche gli elettori di centro e di destra, delusi, lo lasceranno, Renzi cadrà ben al di sotto dei mediocri e tanto vituperati risultati bersaniani.

Mauro della Porta Raffo