Lo sfaglio

Un antico racconto del dimenticatissimo Renato Fucini: ‘Dolci ricordi’.

Uno scapestrato giovane perde un‘importante somma al tavolo da gioco.

Non sa a chi chiedere e, alla fine, deve rivolgersi alla madre perché interceda presso il padre medico condotto.

Il genitore glieli fa penare ma, proprio nel mentre quasi a notte sta per andare a cavallo ad assistere un ammalato, gli porge una busta con il denaro e severo gli dice:

“Ricordati come tuo padre li guadagna”.

Termina, la bella narrazione, con queste parole:

“Una spronata, uno sfaglio, e il babbo si allontanò a capo basso nel buio, tra la neve e il vento che turbinava”.

Fin da subito, giocatore quale sono stato, mi sono chiesto se Fucini nell’usare il vocabolo ‘sfaglio’ per indicare lo scarto del cavallo avesse in mente che con il medesimo lemma si definisce lo scarto di una carta da gioco.

Mauro della Porta Raffo