La Svizzera in cinque quadri e quattro principi fondanti

Nascita e sviluppo dell’alleanza perpetua

1291 – principio del mese d`agosto: “Nel nome del Signore, amen” le comunità di Uri, Svitto e Untervaldo, riunite in assemblea sul prato del Grütli, firmano un patto perpetuo di mutuo sostegno e difesa.

Sono tre fiere comunità rurali, libere e democratiche che, pur riconoscendosi formalmente parte del Sacro Romano Impero, rifiutano ogni limitazione della loro sovranità.

Qui stanno le origini storiche della Confederazione Svizzera; qui è consegnato il suo primo principio fondante: libertà e democrazia.

Da allora e fino al 1513 altri dieci comunità o cantoni entrano a far parte del patto costituendo la Lega dei tredici cantoni; sono veri e propri piccoli stati con attive relazioni politiche ed economiche con le grandi nazioni europee, cui fornivano ben addestrate milizie mercenarie.

Johann Heinrich Füssli - Giuramento dei tre confederati sul Rütli - Olio su tela (1780)
Johann Heinrich Füssli – Giuramento dei tre confederati sul Rütli – Olio su tela (1780)

La Lega dei “Signori svizzeri” non era esente da ambizioni territoriali e giunge fino ad occupare l`intero Ducato di Milano dal 1512 al 1515, anno in cui la sconfitta del suo esercito alla battaglia di Marignano la fa rientrare nei confini storici trattenendosi le terre dell`attuale Cantone Ticino quale paese soggetto ma nel pieno rispetto delle autonomie amministrative locali.

Questa situazione istituzionale dura per secoli, fino allo scoppio della Rivoluzione Francese che sconvolge l`intera Europa.

Con la Pace di Westfalia del 1648 che conclude la Guerra dei trent`anni, la Lega Svizzera diventa anche formalmente indipendente dal Sacro Romano Impero.

 

Collasso e dissoluzione dell’antica Lega

I tredici cantoni sovrani riuniscono periodicamente i loro rappresentanti in “Diete” che emanano decisioni giuridicamente vincolanti per tutti.

Nei secoli i governi di alcuni di essi, in particolare quelli di Berna e Zurigo, assumono un carattere spiccatamente oligarchico e dominante in seno alla Lega.

La fine della monarchia assoluta francese a seguito della rivoluzione del 1789, la fondazione della Repubblica sui concetti di libertà, eguaglianza, fratellanza e la sua difesa da parte di un esercito repubblicano agguerrito, motivato e aggressivo suonano come un campanello d`allarme per la Lega dei tredici cantoni.

Nel febbraio 1798 l`esercito francese del Direttorio entra trionfalmente nell`Elvezia.

La Lega è impreparata all`invasione e tutto il suo territorio, compreso quello dei paesi soggetti, è occupato dalle truppe francesi.

Viene sciolta politicamente la Lega dei tredici stati, sono soppressi i governi oligarchici e instaurata la “Repubblica Elvetica, Una ed Indivisibile”, centralista, sul modello di quella francese, con una propria costituzione, suddivisa in ventidue “Cantoni” nel senso di Prefetture dipendenti dal governo centrale o Direttorio.

Inizia un quinquennio non di pace e benessere, ma di continua e violenta guerra civile tra la fazione degli “unionisti” filofrancesi e quella dei “federalisti” sostenitori delle autonomie locali.

Una situazione a lungo andare insostenibile anche da parte della pesante tutela francese, da cui uscirà tuttavia, grazie al genio politico di un toscano, quella soluzione istituzionale ottimale che regge tutt`oggi la Svizzera.

 

 

La Mediazione e la creazione del federalismo elvetico

Con il colpo di stato del 18 brumaio (9 dicembre) 1799 il generale Napoleone Bonaparte, nato in Corsica da una famiglia di origine toscana, rovescia il Direttorio francese, scioglie il Parlamento (Consiglio dei cinquecento), costituisce un triumvirato di Consoli ed assume ogni potere in qualità di Primo Console della Repubblica iniziando la sua irresistibile (fino al 1814) carriera politica.

Non è questa la sede per esprimere un giudizio storico globale sul Bonaparte, ma ci preme ricordare in senso positivo quello che concerne il comportamento, assolutamente geniale e lungimirante (ancorché, ovviamente, finalizzato agli interessi francesi), da lui in persona assunto nei confronti della esplosiva situazione creatasi con la fondazione della Repubblica Elvetica.

Di fronte alla guerra civile generalizzata nella Repubblica Elvetica, il 30 settembre 1802 Napoleone annuncia la sua “mediazione” e ordina la convocazione a Parigi della Consulta dei deputati dei cantoni – prefetture per dare un assetto istituzionale stabile e definitivo all`Elvezia.

Carta della Repubblica Elvatica
Carta della Repubblica Elvatica

Il 10 dicembre 1802 si tiene la seduta costitutiva della Consulta, alla quale il Primo Console rivolge un vibrante messaggio che costituisce il manifesto politico-ideologico della sua visione di una nuova Elvezia federalista, affermando fra l`altro:

“La svizzera non assomiglia a nessun altro Stato…. La natura ha fatto il vostro Stato federalista: volerla violare non può essere da uomo saggio….

La neutralità del vostro paese, la prosperità del vostro commercio e un’ amministrazione famigliare sono le sole cose gradite al vostro popolo e che possono mantenervi vitali…”

Due giorni dopo, irritato di fronte al rinascere in seno alla Consulta Elvetica delle rivalità fra rappresentanti unionisti e federalisti, Bonaparte convoca nella sua residenza di Saint Cloud una delegazione ristretta di cinque di loro pronunciando, a braccio, un lungo e articolato discorso in cui è ancora più esplicito e categorico:

“ Il ristabilimento dell`antico ordine di cose nei Cantoni democratici è ciò che vi ha di più conveniente e per voi e per me.

Questo è quello che vi distingue nel mondo e vi rende interessanti agli occhi dell`Europa.

Senza queste democrazie, voi non presentereste nulla che non si trovi altrove: voi non avreste niente di colore particolare: riflettete bene all`importanza di avere tratti caratteristici: questi allontanano l`idea d`ogni rassomiglianza cogli altri Stati, di confondervi con essi o di incorporarvi…

lo so bene, che il regime di queste democrazie è accompagnato da molti inconvenienti, e che urta coll`esame della ragione; ma infine esiste da più secoli: ha la sua origine nel clima, nella natura, nei bisogni e nelle abitudini primitive degli abitanti: esso è conforme al genio dei luoghi, e non è necessario invocare la ragione a fronte della necessità….

Allorché l`uso e la ragione si trovano di fronte, è il primo che prevale”

Sono parole di impressionante attualità, ma anche l`espressione della volontà ferma e convinta di giocare una carta politica vincente nel tempo.

Ai deputati della Consulta non rimane a quel punto – per nostra fortuna – che accettare la mediazione del Primo Console, il quale fa allestire dai suoi collaboratori il testo definitivo dell`Atto di Mediazione, firmato e promulgato a Saint Cloud il 19 febbraio 1803: “In nome del Popolo Francese” e così intitolato:

“ Atto di Mediazione del Primo Console per la Svizzera, che contiene l`atto federativo della Repubblica e le costituzioni particolari dei diciannove cantoni”.

La Repubblica Elvetica è così liquidata senza rimpianti e la Svizzera entra nella storia moderna: si afferma e si consolida il principio del federalismo svizzero.

Come vedremo, l`edificio istituzionale della mediazione napoleonica durerà nella sua struttura essenziale oltre la fine della parabola storico-politica dell`imperatore dei francesi.

Va altresì ricordato che con il 1803 il Cantone Ticino riceve finalmente la sua unità territoriale e la sua autonomia politica e amministrativa.

Ai cantoni viene parimenti concesso il diritto di battere moneta propria e la maggior parte ne fa uso fino al 1848.

 

1815-1848-1874: la Restaurazione e la rigenerazione

Il Congresso di Vienna del 1815 seguito al bellicoso periodo napoleonico e dominato dalla Santa Alleanza imprime una svolta restauratrice agli stati europei ma, per quanto concerne la Svizzera, non solo lascia intatto l`edificio istituzionale federalista creato dal Bonaparte, ma lo accresce di altri tre cantoni: Ginevra, Neuchâtel e Vaud, portando a ventidue componenti la Confederazione, pur favorendo in seno agli stessi dei regimi marcatamente autoritari e proclamando la neutralità perpetua armata del Paese.

In Ticino è il periodo dei “Landamani” dominato dalla forte personalità di Giovanni Battista Quadri, ma anche dall`unificazione dei codici civile e penale e dalla realizzazione di importanti opere pubbliche (rete stradale).

Con il 1830 parecchi Cantoni, fra cui il Ticino, varano costituzioni di stampo liberale e nel 1848, dopo la “guerra del Sonderbund”, il cruento conflitto armato tra cantoni cattolici e riformati, una nuova Costituzione Federale liberale abolisce l`antica Dieta legislativa dei deputati dei cantoni e istituisce il sistema bicamerale perfetto dell`Assemblea Federale composta dal Consiglio Nazionale (camera del popolo) e Consiglio degli Stati (camera dei Cantoni), mentre il governo è affidato ad un Consiglio Federale di sette membri: questa impostazione è rimasta immutata fino ad oggi: è il momento della “rigenerazione”.

La capitale è fissata a Berna, viene unificata la moneta, la difesa nazionale, la posta: insomma sono centralizzate parecchie funzioni pubbliche lasciando sempre ai cantoni un`ampia autonomia politica e amministrativa.

La successiva revisione costituzionale del 1874 accentua in senso laico radicale la riforma del 1848, specie nel campo dei rapporti tra stato e chiesa ma gettava anche le prime basi dell`unificazione del diritto civile e penale, compiuta parecchi decenni dopo.

La Svizzera riesce poi a superare indenne, ma con non poche sofferenze a livello popolare ed economico, il conflitto franco-prussiano del 1870, la prima (1914-1918) e la seconda (1939-1945) Guerra Mondiale: la pace religiosa e la pace sociale ne sono la primaria garanzia.

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La Svizzera moderna e contemporanea

Dopo il 1945 la Confederazione entra nella storia contemporanea: nell`ambito continentale non aderisce all`Unione Europea pur sviluppando con essa intensi rapporti attraverso trattati bilaterali.

Questa è la volontà del popolo, cui spettano le decisioni fondamentali, ed è la posizione del Consiglio Federale cui compete il compito di eseguirle.

1978 – scorporato dal Canton Berna, germanofono è creato il Canton Giura, francofono, ventitreesimo e ultimo.

1999 – 18 aprile: il popolo accetta la nuova Costituzione Federale “In nome di Dio Onnipotente

Comunque la si giudichi, la volontà popolare va rispettata da tutti dentro e fuori la Svizzera perché non è altro che l`espressione chiara e concreta dei principi collaudati e consolidati che reggono la Confederazione da oltre due secoli:

libertà e democrazia diretta;

federalismo e solidarietà;

neutralità perpetua e difesa nazionale;

pace sociale e religiosa

 

Giovanni Maria Staffieri

Muzzano, settembre 2014