In memoria di Tullio Regge

Tullio Regge è stato uno dei più brillanti scienziati italiani della seconda metà del secolo scorso.

Ho avuto modo di conoscerlo personalmente nella sua abitazione sulle colline torinesi e di discorrere con lui dell’importanza della divulgazione scientifica di cui era un convinto sostenitore.

A lui si deve un cambiamento significativo nel modo di porgere la scienza al grande pubblico allorché, rientrato negli anni Ottanta dagli Stati Uniti, iniziò quella consuetudine, poi imitata da altri, di scrivere su quotidiani e riviste non specializzate convinto che fosse preciso dovere di uno scienziato fare partecipe il cittadino comune dei risultati e delle conquiste della ricerca che hanno peraltro un impatto importante su atteggiamenti e scelte condivise.

Il lungo contatto con colleghi americani e anglosassoni gli aveva fatto capire che uno scienziato e un ricercatore non solo può, ma ha il preciso compito di parlare di scienza e di spiegare al grande pubblico perché è importante per il progresso dell’uomo e il benessere comune sostenere e investire nella ricerca.

Spesso controcorrente su temi scottanti come l’energia nucleare e gli Ogm, Tullio Regge era Accademico dei Lincei e professore emerito del Politecnico di Torino.

Parlamentare europeo dal 1989 al 1994 per l’allora partito comunista, matematico e fisico teorico, restano particolarmente importanti nella sua vita di scienziato gli studi sulla meccanica quantistica e sulla relatività.

Tullio Regge
Tullio Regge

In particolare i contributi finalizzati a combinare insieme la relatività che descrive il macrocosmo e la meccanica quantistica che descrive invece il microcosmo.

In questo ambito alcune sue teorie sono state la base per costruire successivamente modelli teorici finalizzati a spiegare l’interazione tra le forze nucleari forti e le particelle elementari.

Importanti le sue esperienze internazionali in Germania, al Max Planck Institute e in America a Princeton dove soggiornò per circa vent’anni.

Malato di distrofia muscolare che lo costringeva a spostarsi su una sedia a rotelle, Tullio Regge non ha mai perso quell’entusiasmo e quella curiosità che denotano lo spirito genuino di un grande intelligenza.

Intelligenza che traspariva evidente dal suo sguardo: penetrante, attento, mobile sempre presente e vigile.

Se ne va con lui un protagonista della fisica del ‘900.

27 ottobre 2014

Ludovica Manusardi Carlesi