Paradiso fiscale, cioccolato, orologi.
Quanti luoghi comuni, quanti pregiudizi negativi in Italia sulla Svizzera.
Ma anche quanti pregiudizi positivi: organizzazione, pulizia, benessere, democrazia diretta.
Così vicini e così sconosciuti nonostante tutti, anche per noi, i cugini di Lombardia.
Io stesso, che ho cominciato a fare week end in Svizzera con i calzoni corti, posso dire di non essere mai riuscito a penetrare davvero il mistero dell’identità svizzera.
Eppure ci sono stato tante volte per il mio lavoro di giornalista.
E ogni volta ho riportato a casa un pezzetto di realtà ma mai tutti questi pezzetti sono riusciti a formare una visione d’insieme organica.
Il mio primo servizio, appena assunto alla rai di Milano nel ‘79, fu andare a Chiasso a documentare l’esodo di automobilisti e camionisti italiani a caccia di benzina meno cara oltre confine.
Svizzera miraggio, opportunità economica.
La magia del colore di quelle strane e bellissime banconote, magia che continua ancora adesso: l’uniformità un po’ triste (cromaticamente) dell’euro fa risaltare ancora di più l’eleganza e il colore delle banconote elvetiche.
Anni dopo sono stato inviato a Ginevra: dal carcere di Champ Dollon era evaso Licio Gelli.
Raccontai per filo e per segno la ricostruzione ufficiale della polizia: mi permisero addirittura di mettere le mani e mostrare in tv il pigiama con il quale era scappato e che aveva abbandonato durante l’evasione.
Era tutta una messa in scena.
Altro che fuga in pigiama: Gelli era comodamente uscito dalla porta principale a bordo di un furgone ‘alouette’ grazie alla complicità di una guardia carceraria.
Il mito della incorrubilità svizzera era sfatato.
E ancora, la scoperta che la Germania nazista aveva progettato di invadere la Svizzera ma rinunciò di fronte all’efficienza meticolosa della rete di bunker , rifugi e postazioni militari (alcune dissimulate dietro innocue villette e visitabili ancor oggi) che avrebbero costretto le truppe dell’asse a un dispendio di uomini e mezzi giudicato eccessivo rispetto all’importanza dell’obiettivo strategico. Altro che terra mite di orologi e cioccolato!
E infine: una inchiesta per il tg2 sui rifugi antiatomici svizzeri.
Un mondo sconfinato e inimmaginabile: tutto pronto a scomparire sotto terra in pochi minuti, i tunnel delle autostrade chiudibili ermeticamente.
La scelta consapevole e cinica che non tutti potranno essere salvati.
L’idea curiosa di un mondo futuro immaginario desertificato e popolato solo dagli svizzeri, unici superstiti.
Chissà se sarebbe un paradiso o no.
Certo vedendo l’Italia di oggi…..
Antonio Di Bella