Le riflessioni in merito alla Svizzera e ai suoi abitanti di un ex ambasciatore di Francia

La macchia bianca sulla carta geografica dell’ Europa di Jacques Rummelhardt, ambasciatore di Francia in Svizzera (2003/2005)

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Sulla carta geografica d’Europa appaiono due macchie bianche oppure nere.

Non si tratta di errori cartografici o di stampa.

Si tratta di Kaliningrad e della Svizzera.

L’enciclopedia Britannica, nell’edizione del 1950, definiva la Svizzera: «Svizzera, piccolo paese dell’Europa centrale, situato a ovest dell’Europa».

La Svizzera è un buco nero o una macchia bianca.

Tuttavia è così vicina.

Si pensa, in generale, di sapere e capire ciò che vi accade.

E’ eterogenea, difficile da penetrare, compito ingrato il farlo.

Cosa ce ne viene?

Spesso i vicini vi rinunciano e senza suscitare la delusione degli Svizzeri che senza dubbio traggono vantaggio da tale ignoranza.

Ogni essere, ogni paese è un mistero.

Ciò che segue sono impressioni, parti di un puzzle.

Alcune si adattano le une alle altre.

Non hanno alcuna pretesa di esaurire il mistero svizzero.

 

 

La Svizzera ha un segreto di fabbricazione : per vivere felici, viviamo nascosti e fra di noi.

La Svizzera è un paese prospero, disoccupazione al 4%, nessuna inflazione, una crescita discreta.

Quando la stampa elvetica scrive che il franco svizzero è minacciato, è perchè sale troppo in rapporto all’euro e al dollaro americano.

Più di un terzo del risparmio privato mondiale si trova in una cassaforte svizzera.

Gli uffici europei dell’ ONU, l’OIT, l’OMC, l’Organizzazione mondiale della meteorologia, l’Organizzazione della Proprietà Industriale, il Consiglio mondiale delle Chiese, il Comitato internazionale della Croce Rossa, il Comitato internazionale olimpico, la Federatione internazionale di football association, l’Unione europea di football association, l’Unione postale universale, la Banca dei Regolamenti Internazionali, tra gli altri, hanno le loro sedi e le loro amministrazioni in Svizzera.

Stesso fenomeno per le società private internazionali.

Gli stranieri sono soddisfatti, in Svizzera ; cassaforte finanziaria, diplomatica e politica, un po’ costosa da mantenere, è vero, ma anche comoda.

Eppure, gli Svizzeri, sono recalcitranti nei loro rapporti con gli stranieri se non per quelli consolari o strettamente commerciali.

La prima ambasciata svizzera, naturalmente all’estero, fu creata nel 1957.

Prima, esistevano solo legazioni.

La Svizzera conosce perfettamente l’esistenza di una società internazionale ma non vi si impegna se non messa alle strette.

Per questo la Svizzera è stata assente dal Consiglio d’Europa per quattordici anni, dal GATT con sede a Ginevra per diciannove anni, dalle istituzoni finanziarie e bancarie di Bretton Woods per quaransette anni e atteso, dalla fondazione delle Nazioni Unite, cinquantasette anni per diventarne membro.

Senza alcuna energia fossile, la Svizzera presenta paesaggi pittoreschi che non sono molto adatti all’agricoltura.

Perciò gli Svizzeri hanno bisogno degli stranieri e pur tuttavia, ne diffidano.

Più che di profitti, ahimé necessari, lo straniero è visto come fonte di problemi.

Effetti collaterali, gli errori e le follie degli stranieri a volte si sono trasformati in beneficio per la Svizzera, dall’abolizione dell’Editto di Nantes alla persecuzione ebraica, ma loro, gli Svizzeri, non hanno mai organizzato o fomentato disordini all’esterno.

Lo straniero non è un modello.

Non suscita ispirazioni negli Svizzeri.

Gli stranieri non sono affidabili.

Per diventare svizzero ci vuole una certa educazione e cioè occorre del tempo, oppure pagare cash.

 

 

Diventare Svizzero è difficile.

 

Il 25% della popolazione che vive in Svizzera non è svizzero. La maggior parte, tuttavia, vi abita da molto, si è congiunta con uno Svizzero o vi è nata. Una votazione (referendum) nel 2005 preconizzava una procedura accelerata per l’acquisizione della nazionalità svizzera per i nati in Svizzera e i cui genitori fossero nati in Svizzera. La proposta venne democraticamente rigettata. La naturalizzazione è diversa a seconda dei cantoni. Alcune procedure, soprattutto nella Svizzera centrale, richiedono che la popolaszione di un borgo o di un paese si pronunci nominativamente per ogni persona richiedente circa la sua capacità di essere svizzera. Un film svizzero tedesco degli anni ’70 (I fabbrica Svizzeri), aveva descritto, con derisione e talento, questa situazione.

In fatto di sentimento di superiorità una certa xenofobia certamente incide, ma sopratutto è un sentimento di differenza ad essere decisivo. Non vale la pena « assorbire » degli stranieri, non sono come noi, non hanno la stessa storia, non diventerebbero svizzeri se non col passare del tempo e con molti sforzi, è più caritatevole risparmiarli. Dopo il Congresso di Vienna nel 1815, la Svizzera avrebbe avuto l’ccasione di annettersi il paese di Gex poco distante da Ginevra. Il Cantone e la Repubblica di Ginevra vi si opposero : una corte siffatta, rurale e cattolica non avrebbe mai potuto stare allo stesso livello democratico e responsabile della città di Calvino. Oggi, il cantone di Ginevra ha 110 km di frontiera con la Francia e 7 con la Svizzera. Dopo la prima guerra mondiale e la caduta dell’impero austro-ungarico, una larga maggioranza della popolazione del Vorarlberg chiese, per via plebiscitaria, di far parte della Confederazione. Berna declinò l’onore di questa annessione che avrebbe creato un enorme cantone cattolico privo della lunga e necessaria pratica della democrazia.

Alla fine su 23 selezionati dalla Nati (squadra nazionale di calcio), 7 sono certamente nati in Svizzera ma da genitori di cui almeno uno dei due era stato migrante. I talenti, anche i più diversi, possono farti svizzero.

 

Il voto

Il voto, cioè il referendum, è una delle chiavi del sistema sociale svizzero. Le votazioni possono farsi su iniziativa dell’esecutivo o anche di un gruppo di cittadini e sono molteplici, su scala federale, cantonale, municipale, e anche di quartiere o di una strada. Raramente la partecipazione supera il 55%. Qualunque sia il margine, il verdetto non si discute. Il popolo, denominato Sovrano, ha parlato. La contro esperienza, in Francia e in Olanda, è stata quella dell’adozione parlamentare del trattato costituzionale europeo già cassato al referendum. Il pronostico di un voto è incerto. Succede che tutti i partiti politici, i sindacati padronali e dei salariati, la stampa, si prefigurino un risultato e che il Sovrano decida diversamente. Le pressioni suscitano una reattività dei cittadini che non vogliono essere condizionati.

Il voto è presentato come una garanzia per la democrazia. E’ anche una scusa degli esecutivi.La votation est présentée comme une garantie de la démocratie. Elle est aussi une excuse des exécutifs. L’agente pubblico può senz’altro confermare la propria adesione al progetto che il suo interlocutore gli presenta ma che non potrà portare avanti per il timore di un invito al voto da parte di persone malvolenti, ignoranti, concorrenti senza dimenticare che questi tratti possono essere cumulativi. Chi gestisce un’amministrazione potente che si presenta come visionaria, odiano il voto.

 

La concordanza.

Il sistema del potere essecutivo, che sia federale, spesso cantonale e municipale, si fonda sulla concordanza. Equivale a dire che tutti i partitit sono rappresentati e sono solidali con le decisioni dell’esecutivo. I dibattiti si tengono a porte chiuse, i contenuti non debbono essere resi pubblici, malgrado la pressione della stampa che cerca la fuga di notizie ; le indiscrezoni sono rare e quasi mai sono di utilità agli indiscreti. La decisione è collettiva, deve essere accettata da tutti o non può essere presa. Si crea un blocco, si può rinviare, è vero, ma questo genera disordine. Eppure i partiti politci hanno programmi differenti. Il membro di un esecutivo che decide contro il programma del proprio partito, si autoesonera invocando la concordanza e perché questa funzioni, il modo di procedere più comune è quello del compromesso.

La Svizzera è uno di quei rari paesi democratici in cui l’opposizione non esiste. Il governo (consiglio federale) è composto da sette ministri (consiglieri federali) eletti dalle due Camere in spirito di concordanza. Questo governo non può cadere. Lo scioglimento delle Camere è impossibile. Ad ogni elezione generale, ogni quattro anni, i ministri sono sottoposti individualmente al voto del Parlamento e, fatte salve alcune eccezioni, vengono rieletti. Di solito rimangono in carica per una piccola decina d’anni. Vorrebbero pur sempre « continuare a dare il loro indispensabile apporto alla Nazione soprattuto nelle difficili circostanze attuali ». Ma non si fa. Un ex-ministro non ha più alcun ruolo nella vita politica.

Il Presidente della Confederazione cambia ogni anno per rotazione d’anzianità dei ministri. Durante la presidenza conserva il suo portafogli ma non ha un proprio ufficio. Come ogni ministro, non ha un alloggio per la sua funzione. Alcuni vivono in albergo.

GLi eletti, locali o cantonali, non sono dei professionisti. Non godono di un indennizzo sufficiente. Hanno tutti un loro lavoro  che deve essere fuori dall’ambito pubblico tranne che, e solo in alcuni cantoni, per l’insegnamento. Hanno pochi mezzi da gestire in autonomia. Non hanno nulla in comune con gli « stafers » del Congresso americano. Dipendono dalle associazioni, gruppi di pressone, interessi privati.

Il presidente della Confederazione on è il primo cittadino svizzero. Le président de la Confédération n’est pas le premier citoyen suisse. Questa posizione protocollare è del presidente del Consiglio nazionale (camera bassa). Anche lui cambia ogni anno. In Svizera è difficile esista il culto della personalità che non possa essere rimpiazata, quello del divo trionfante. Le vocazioni, pure, esisterebbero, ma le istituzioni non lo permettono.

 

Lei parla svizzero ?

Gli Svizzeri francofoni (i Romandi) parlano francese. Gli Svizzeri italiofoni (i Ticinesi) si esprimono in italiano. Gli Svizzeri tedeschi, il 72% della popolazione, scrivono in tedesco (il 91% dei testi dell’amministrazione federale sono scritti dapprima in tedesco), ma parlano in dialetto. La stampa scrive in tedesco, così pure le informazioni radiotelevisive vengono date in tedesco, mentre il resto degli audiovisivi, compresa la pubblicità, parlano il dialetto. Il dialetto, da loro, è diversificato, non codificato. Alcuni sognano di fare del dialetto una lingua, così come è successo all’olandese dopo la nascita dello stato dell’Olanda. Se lo straniero germanofono per nascita si rivolge ad un abitante della Svizzera tedesca in tedesco, lo Svizzero gli risponderà tendenzialmente in tedesco. E’ probabie che parli questa lingua meglio del suo interlocutore dato che non ha la pratica orale del tedesco scritto. In Svizzera tedesca non si dice « in buon tedesco » ma tedesco scritto. Fra di loro e specialmente nel dominio degli affari, gli Svizzeri oramai tendono a non utilizzare che l’inglese. Il parlamento, i consigli dei ministri sono isole di resistenza dove il tedesco scritto è anche parlato.

 

Bere e Mangiare

Si mangia meglio nella Svizzera tedesca che in Germania. Nella Romanda e in Ticino l’arte culinaria proprone ciò che si degusta in una provincia francese o italiana.

Il vino estero aveva prezzi esorbitanti. Il vino svizzero non aveva una buona reputazione. I beveraggi esteri adesso costano meno e il vino svizzero migliora e raggiunge livelli di eccellenza soprattutto per quanto riguarda il Pinot nero del Valais, i vini bianchi secchi di Vaud e Neuchatel e qualche pepita del Ticinese. La regolamentazione agricola è federale tranne che per il vino ; diventa cantonale dato che i cantoni fanno ciò che reputano vantaggioso e vogliono tutti avere il proprio vino. Ne risulta che quasi tutti i cantoni producono vini, per la maggior parte bianchi. Queste bevande non fanno male, si possono bere con piacere, come omaggio alla creatività dell’industria chimica svizzera.

 

L’ Esercito

La Svizzera gode di un’immagine di pacifismo. La realtà vera indica che la Svizzera sia una nazione armata e in armi. Nessun soldato straniero ha mai potuto metter piede sul suolo svizzero da più di duecento anni, e non stiamo parlando di un’isola. I cittadini tengono le armi nei loro domicili nel caso il paese subisse un attacco a sorpresa. Fino verso il 2000 i maschi fino ai 42 anni d’età si esercitavano annualmente ad un periodo di leva. Avercela con l’Esercito è una sorta di blasfemia. GLi uomini fanno bella mostra dei loro gradi nell’ esercito di riserva allo stesso titolo dei loro gradi universitari. Le società di tiro sono molto potenti non solo per l’allenamento all’utilizzo delle armi ma anche per l’organizzazione e l’animazione di riti patriottici.

Ogni anno, di solito a Zurigo, la giornata in cui si organizza una gara di tiro diventa una giornata di ferie. Ai vincitori viene riservato un trattamento da star olimpica con intervista e foto in prima pagina di ogni giornale. Spesso il vincitore è una giovane ragazza.

 

Il ridere

Lo humour non è certo un tratto che si possa attribuire spesso agli Svizzeri. Eppure ne sono molto dotati ma non lo mostrano con disinvoltura agli stranieri e evitano di manifestarsi tali.

Le storielle prendono di mira la vanità, la mancanza di senso pratico, il provincialismo, la ristrettezza mentale. Il bersaglio privilegiato degli Svizzeri sono altri Svizeri, lo Zurighese presuntuoso a confronto con il Bernese lento, il Basilese taccagno, l’Apppenzellerese bassotto, da parte romanda il Friburghese che non si lava, i Valdesi seri come Bernesi, il Ginevrino pieno di sé come un Francese, il Vallesano imbroglione.

 

Religione

Dio si trova ovunque : nelle costituzioni, nei cantici, nelle cerimonie. Cattolici e protestanti si sono tollerati. Non che dovessero sopportarsi ma non avevano modo di eliminarsi a vicenda ; l’Ebreo ha goduto di una libertà interstiziale. I ricordi sono intatti, certo, ma i rapporti sono ormai distesi. Come altrove, la pratica religiosa è molto diminuita ; svolge una funzione eminentemente sociale.

Ma l’Islam è arrivato, non soltanto come clienti nei grandi palazzi, negli acquisti di lusso e nelle banche. Il risultato elettorale che ha negato la costruzione di minareti ne è l’illustrazione. Fino all’inizio del ventesimo secolo era proibito avere una cappella cattolica, anche piccola, a Zurigo. La città di Calvino è, oggi, a maggioranza cattolica.

La bandiera svizzera, l’unica bandiera nazionale quadrata e non rettangolare, è infatti costituita da una croce bianca su fondo rosso. Con la globalizzazione degli scambi, la croce non rappresenta ormai altro che il segno +, il segno della positività. Se ciò non fosse vero, è un ottima versione diffusa a beneficio dei paesi arabi.

 

Mal gliene incolga a chi dà scandalo.

I veri ricchi non si vantano della propria situazione. Dato che vivono i una società democratica sanno essere molto discreti. I veri ricchi stranieri residenti in Svizzera non sempre sanno esserlo. La macchina può essere rivelatrice. Alcuni cantoni permettono che i proprietari di più automobili abbiano una sola targa d’immatricolazione. La targa, utilizzata per la « macchina  di tutti i giorni », potrà essere posizionata sulla vettura di gran lusso alorquando il suo proprietario si reca all’estero o in una grande stazione climatica. Si tratta solo di non farsi notare. Gli automobilisti svizzeri rispettano scrupolosamente, in casa propria, i limiti di velocità. Insieme agli Olandesi sono tra gli stranieri che in terra francese li rispettano di meno. In Svizzera non bisogna vivere pericolosamente.

In Svizzera esistono anche i poveri. Non si tratta di una povertà implorante ma di un fastidio percepibile. I barboni, in Svizzera, sono per definizione stranieri. Il fastidio di cui sopra si svela, per esempio, alla cafetteria del Migros a metà giornata per il pasto del giorno. Gli Svizzeri non pensano di essere poveri ma chi appartiene alla classe media può incontrare delle difficoltà circostanziali. Le categorie più coinvolte sono quelle della terza età che godono di pensioni fisse ma di premi assicurativi sulla malattia in parte privatizzati e quindi in rialzo, le madri single poco qualificate, condannate ad un lavoro a tempo determinato, in un paese senza nidi per l’infanzia e scuole materne.

L’ostentazione dei costumi rimane nei limiti della discrezione eppure malgrado ciò sono radicalmente mutati. Le coppie si compongono e si disfano come ovunque. Ma non si vede. Tutto pare normale. Le donne conservano il loro cognome di nascita. L’utilisso del termine signorina è in via d’estinzione e, in alcuni cantoni tedeschi, è perfino proibito. Diventa davvero difficile sapere se la copia è davvero sposata, se lei o lui sono divorziati.

Casi, certo pochi, ma oramai significativi, sono quelli dell’uomo che, su catalogo, sceglie una compagna in prova, meglio se asiatica per i Tedeschi, meglio di colore per i Romandi ; mostrano la loro curiosità culturale e il loro interesse per il Terzo mondo.

Nessuno scandalo per una situazione concreta attuale che nella società di sessant’anni fa avrebbe scatenato fulmini e tuoni.

 

Democrazia e controllo sociale.

La generalizzazione del principio che regola le votazioni fa sì che i regolamenti siano vissuti come espressione della volontà democratica dei cittadini e non come scelte del potere superiore, pur illuminato. I cittadini stessi divengono i custodi dei regolamenti, dal più onorevole al triviale.

Vignetta sul pattume. Certo, deve essere differenziato, ma a seconda dei cantoni, del prezzo, del colore dei sacchi, della natura dei rifiuti. I vicini osservano. Se qualcuno si ostina a non utilizzare che sei sacchi a buon mercato, diverrà l’oggetto di una visita amichevole collettiva per compatire i suoi problemi alimentari o altri. Si tratta di una forma di controllo, a monte, della consumazione.

 

Liberalismo et protezonismo.

Esistono due economie svizzere. Una si rivolge all’esterno. Si tratta dei grandi gruppi. Vivono di esportazione, predicano i lilberalismo, senza temere la concorrenza. L’altra è quella che lavora all’interno. E’ molto chiusa. Le norme e i regolamenti cantonali abbondano. Il mercato interno europeo è molto più liberalizzato rispetto al mercato interno svizzero. Un cittadino di Vaud o di Berna, per esempio, non può comprare un caffè nel Vallese se la preferenza cantonale, ai sensi della preferenza nazionale del Fronte Nazionale francese, non ha potuto esprimersi. Vent’anni fa un avvocato del foro di Ginevra non avrebbe potuto perorare a Losanna.

Gli è che le differenziazioni cantonali si esplicano nei domini più diversi. Uno studente italaino non pagherà, per l’iscrizione ad uan università francese, più di un Francese stesso, ma uno studente del cantone di Zoug, pagherà molto di più di un Bernese per iscriversi all’università di Berna. Sulla stessa onda, il codice penale è federale ma quello di procedura penale è cantonale. Tutti i cantoni hanno dei tribunali che condannano, ma non tutti possiedono delle prigioni. Perciò spediscono, se ci sono posti disponibili e ad un costo competitivo, i loro condannati nelle prigioni degli altri cantoni.

Sul passaporto svizzero viene indicato il cantone di origine e non obbligatoriamente quello di residenza.

 

Prospettive della Svizzera rispetto all’Unione europea.

Gli Svizzeri sono eccellenti nella interpretazione del loro leit motiv : la potente e gloriosa Europa non può umiliare la piccola Svizzera, laboriosa e pacifica.

La realtà è il contrario. I vicini più prossimi della Svizzera hanno un grosso surplus commerciale con questo paese. Non faranno nulla per modificare questo squilibrio. Circa 200.000 Tedeschi, 120.000 Francesi, lavorano in Svizzera, rientrano nel loro paese ogni giorno , vi consumano con i salari svizzeri, vi educano i loro figli, vi alloggiano e si fanno curare.

In un’economia globale in crisi, a ben vedere d’accattonaggio, la piccola Svizzera tiene l’Euopa dalla gola. Ne ottiene ciò che desidera. Quando l’Europa vuole imporre condizioni inaccettabili secondo le concezioni degli Svizzeri, giunge una votazione che annulla questo svantaggio svizzero. Poi non succede nulla che possa essere di danno per la Svizzera. Gli Svizzeri sono anche eccellenti negoziatori. Riescono sempre a dar l’impressione di essere vittime e che l’altro sia il vincitore.

Forse la Svizzera non sarà per sempre una macchia bianca sulla carta dell’Europa. Un cambiamento porterebbe una qualche prosperità in Svizzera e soprattutto una forte crescita in Europa.

Mi piace molto vivere con gli Svizzeri.

Cerco di capirli.

Spesso li ammiro.

Jacques Rummelhardt