Il Floridita

Nella mia recente visita all’Havana, mi è spesso capitato di pensare a Hemingway, forse perché il tempo pare essersi fermato proprio agli anni Cinquanta quando vi trascorreva lunghi periodi della sua vita.

Così per gioco, ho cominciato a immaginare dove avrei potuto incontrarlo; magari al Gymnasio de Boxeo nell’Habana Viejia, la più antica arena di boxe all’aperto, oppure al mare, in partenza per una delle sue battute di pesca al Marlin.

In alternativa, avrei potuto aspettare l’imbrunire e andare al Floridita uno dei suoi locali preferiti.

Situato a Obispo 557 dell’Habana Viejia, a pochi passi dall’Hotel Inghilterra, visto dall’esterno è abbastanza deludente, ma l’apparenza inganna, dentro è tutto un’altra cosa.

Un gigantesco bancone di legno massiccio si allunga per tutta la sala.

Il locale è poco illuminato e le luci sono soffuse.

Sulla sinistra, proprio all’ingresso, si trova un piccolo spazio dove si esibiscono i vari gruppi musicali che si alternano ogni venti minuti e che sopravvivono con i contribuiti che vengono loro dati dai turisti in continuo pellegrinaggio.

La grande sala è divisa in due spazi, la prima è prevalentemente ad uso e consumo di chi beve, la seconda è per chi desidera mangiare e, colpo di scena, c’è anche lui: Hemingway.

Realizzato in bronzo in grandezza naturale, è appoggiato pigramente al bancone; è da tombeur de femme quale è sempre stato, anche ora che non c’è più, è circondato da belle donne che fanno la fila per farsi fotografare in sua compagnia.

Sul muro fanno bella mostra tante immagini storiche.

Si va da quella con Fidel Castro, ai tanti personaggi celebri, che via via negli anni hanno visitato il locale.

I barman dietro al bancone sono tutti efficientissimi e professionali.

Ve n’è uno che prepara un cocktail versando contemporaneamente il contenuto da tre bottiglie diverse, è Bolivar.

Qui il cocktail d’obbligo è il Daiquiri, in particolare il Floridita, quello bevuto da Heminguay, che ha anche dato il nome al locale.

Il sapore è incredibilmente buono, a tal punto che nel mio soggiorno cubano, seppure fossero solo le undici del mattino, non sono riuscito a fermarmi al primo.

I cocktail vengono serviti con l’accompagnamento di quelle che sembrano arachidi, ma che in realtà sono banane essiccate.

Visto il mio interesse per il Floridita, uno dei barman, mi regala un segna libro con la sua ricetta.

Io a mia volta voglio condividere questa chicca con voi, ma mi raccomando, non esagerate con il bere!

Alberto Bortoluzzi