Whig USA

Altra volta ho parlato dei Whig americani.
Mi divertiva e mi diverte della loro breve avventura politica (dal 1833 al 1854) il fatto che tra le proposte avanzate si annoverasse quella di limitare la Presidenza ad un solo mandato e che per tenere fede (!?) a tale impegno i due whig arrivati alla Casa Bianca siano morti in carica.
Uno (William Harrison) dopo un mese di governo.
E l’altro (Zachary Taylor) trascorsi poco più di un anno e tre mesi dall’insediamento!
Vale peraltro la pena di chiedersi come e perché sia nato il movimento in questione.
Approdato finalmente a White House (era stato respinto non dal voto popolare ma da quello dei ‘grandi elettori’ nella precedente tornata, caso unico nella storia USA) il 4 marzo 1829, Andrew Jackson aveva dato un notevole impulso alla Presidenza governando molto più attivamente dei suoi due immediati predecessori.
Non pochi gli oppositori che, ritenendo dispotico e anticostituzionale il suo comportamento, cominciarono appunto a chiamarsi Whig avendo ben presenti le allora recenti dure contrapposizioni in Inghilterra tra re Giorgio III e gli esponenti del partito che portava in terra d’Albione quel medesimo nome.
Semplificando (e non mi stancherò mai di ripetere che ogni semplificazione è brutale), il nuovo movimento chiedeva che il Presidente tornasse ad occuparsi solo degli atti, dei doveri amministrativi, che non invadesse il campo legislativo e perdesse altresì il diritto di veto.
È bene qui ricordare che Jackson – autoritario quale era – aveva anche sostanzialmente reso ‘leggeri’ i poteri dei ministri dando peso ai suoi consiglieri, componenti quello che fu definito ‘il gabinetto domestico’.

Mauro della Porta Raffo