Tres Cruces

Non un ‘landau’.
No.
Una di quelle carrozze leggere.
Un cavallo dalla criniera gialla.
Nobile.
In serpa, ovviamente, un gentiluomo.
Redini allentate in pugno.
L’inutile frustino, d’accanto.
In redingote a quel che mi suggerisce la memoria.
Immancabile, Il cilindro.

Direi fosse la prima domenica di marzo del 1974, verso la fine dell’inverno dell’austerità.
Nel trascorrere di pedoni e di ogni tipo di veicolo non a motore, la carrozza si distingueva.
D’altri tempi.
Come i velocipedi che, non si sa da dove e come tirati fuori e a lucido, percorrevano i viali periferici peraltro non trascurando qualche incursione in centro.
E i bambini finalmente liberi di attraversare le strade vista l’assenza di macchine e motociclette e la particolare attenzione che i non frettolosi ciclisti mettevano alla guida.

Un clima festoso.
Una fortunata tregua concessa dalla pioggia che usualmente, a Varese, cade nella prima quindicina di marzo.

È in quel felice contesto che verso le diciassette guadagnamo il Cinema Vittoria.
In cartellone, ‘Chi uccidera’ Charley Warrick?’, con Walter Matthau.
È la prima volta che su cartelloni e locandine di uno dei suoi lavori leggo in rilievo “un film di Don Siegel”.
E ne ha diretti di buoni se non ottimi in passato.

E dall’austerity varesina, calma, eccoci improvvisamente laggiù, dalle parti di Albuquerque, a Tres Cruces.
Rapina, sparatoria, morte e la scoperta di un genio, di un bandito gentile, ‘l’ultimo degli indipendenti’.
Non vi racconto la storia.
Cercatelo e guardatelo il film.

Usciamo che è quasi buio.
Meno gente in giro.
Nessun velocipede.
Scommetto che il non ‘landau’ è di nuovo in rimessa.
Che il cavallo riposa nella stalla.
Che il gentiluomo in redingote e cilindro, in poltrona, un bicchiere di cognac in mano, guarda i ceppi ardere nel camino.

Lontano, infinitamente lontano Tres Cruces.

Perché di tutto il lungo inverno dell’austerity quella particolare domenica, quello specifico pomeriggio, quel determinato film tanto nitidamente ricordo?

Mauro della Porta Raffo