Atticus

8 aprile 1963, Santa Monica.
Cerimonia per la consegna degli Oscar.
Tra i candidati come ‘miglior attore protagonista’, Marcello Mastroianni, strepitoso e memorabile nel ruolo di don Ferdinando Cefalù in ‘Divorzio all’italiana’.
Capita purtroppo che i contendenti siano davvero eccezionali per capacità personali.
Capita purtroppo che tutti e quattro partecipino quali interpreti di pellicole (come quella di Pietro Germi, del resto) che hanno lasciato ampia traccia nella storia
del Cinema.
Nell’ordine:
Burt Lancaster per ‘L’uomo di Alcatraz’
Jack Lemmon per ‘I giorni del vino e delle rose’
Peter O’Toole per ‘Lawrence d’Arabia’
Gregory Peck per ‘Il buio oltre la siepe’.
Incredibile!
Vince Peck.
Grande attore, indossa, nel film ricavato dal bellissimo romanzo scritto da Harper Lee, i panni di Atticus Finch.
È Atticus il padre che tutti vorrebbero avere o avere avuto.
È Atticus uomo, nelle sue debolezze ed ansietà, nelle sue incerte certezze, nella sua assoluta consapevolezza e nella dignità che lo caratterizza, è Atticus uomo ‘perfetto’.
È Atticus Finch semplicemente imbattibile.
Dovrà quell’anno Mastroianni ‘accontentarsi’ del Golden Globe, premio (già catturato perché consegnato prima dell’Oscar) di prestigio che oculatamente distingue le pellicole per genere.
Vincerà colà invero nella categoria di ‘miglior attore in un film commedia o musicale’.
Sarà il Nostro altre due volte invano nella cinquina.
Comunque, chapeau!

Mauro della Porta Raffo