Arguedas (Alcides)

Non pochi i diplomatici dediti alla scrittura.
Alcuni, ai massimi livelli.
Saggisti, per la maggior parte o comunque impegnati significativamente nel campo della storiografia e dell’analisi sociologica.
Alcides Arguedas – operante a Parigi, a Londra e rappresentare del suo Paese alla Società delle Nazioni prima di esprimersi in campo politico – è da ricomprendere in quel determinato gruppo di diplomatici/saggisti/novellisti che hanno illustrato al meglio tra Ottocento e Novecento l’America Latina.
Boliviano, va ricordato in campo letterario in particolare per il suo ‘Raza de bronce’ da molti ritenuto la prima, anticipatrice espressione del futuro ‘indigenismo’.
(Per quanto in merito si discuta).
Impossibile, poi, trascurare – oltre alla ‘Storia della Bolivia’ – le opere da lui dedicate alla specifica e interessantissima figura del ‘caudillo’.
Esaminando la quale distinse i ‘caudillos letrados’ (colti) da quelli ‘barbaros’ (rozzi, incolti, spesso illetterati).
Guardando a tale suddivisione, come non ricordare per quanto concerne i primi almeno Josè Gaspar Rodriguez de Francia (‘il Dottor Francia’) che applicò al Paraguay le feroci dottrine esposte da Jean Jacques Rousseau nella sua ‘Introduzione alla Costituzione della Corsica’ e per quanto riguarda i secondi in particolare il brutale boliviano Manuel Mariano Melgarejo Valencia le cui vicende ho altre volte narrato?
Arguedas è oggi non da oggi ingiustamente trascurato.
I pochi che ne hanno contezza o memoria trascorrono.
Nel suo caso, come in infiniti altri, occorre ribellarsi all’oblio.

Mauro della Porta Raffo