I ricordi al tempo dello smartphone. Ovvero, il trionfo della falsificazione

Ieri Marta ha compiuto due anni.

La giornata e i relativi festeggiamenti sono stati ripresi attraverso ogni tipo di immagini e registrazioni.

Fotografie, video, tutto quanto gli smartphone dei genitori – e non solo – hanno consentito.

Un momento particolare, da ricordare?

Certamente.

Ma non è forse vero che, da quando è nata, l’intera vita di Marta è stata immortalata?

Che di ogni suo momento, di ogni progresso, di ogni meraviglia è stata, è conservata memoria fotografica e cinematografica?

E non accade che i genitori, i nonni, i parenti, gli affini, gli amici, i conoscenti, gli sconosciuti perfino attraverso il web, di lei sappiano, conoscano tutto?

Che alla stessa bambina le immagini e i suoni che la riguardino vengano ogni volta, anche retrospettivamente, fatti vedere, ascoltare?

E quali sono, saranno i ricordi che della sua vita Marta avrà?

I ‘veri’, quelli vissuti?

O quelli registrati e per ciò stesso falsi?

Mai, difatti, la fotografia o la ripresa video rappresentano il vero dato che la semplice presenza, di più, la consapevolezza della presenza del mezzo di ripresa e della sua azione condizionano irreparabilmente atteggiamenti e gesti.

Costringono.

Dato che quanto viene immortalato è distante mille miglia da quanto altrimenti accadrebbe.

Di quanto accadeva prima dello smartphone.

Prima, comunque.

Avrà pertanto Marta.

Avranno e già a milioni hanno.

Avremo e già a milioni abbiamo.

Memorie, ricordi non del vissuto ma di quanto del vissuto ripreso e quindi falsificato.

Si è in tal modo concluso (e chissà cosa riserva il futuro?) il processo che ha preso il via alla nascita della fotografia e poi a quella della ripresa cinematografica.

Il processo che attraverso la registrazione della ‘realtà’ la modifica e non la rappresenta se non nella sua falsificazione!

In Varese.

Nel giorno dedicato a san Gregenzio di Tafar del declinante 2017.

Articolazioni:

Rivoluzione Messicana in corso.

Pancho Villa conclude con la casa cinematografica Mutual un accordo in conseguenza del quale, in cambio di venticinquemila dollari, le sue azioni guerresche saranno immortalate.

Racconterà il futuro grande regista hollywoodiano Raoul Walsh – all’epoca, giovane responsabile della troupe – che in molte circostanze gli attacchi al nemico opera di Villa e dei suoi uomini avvenivano quando la luce naturale consentiva le migliori riprese e comunque in favore di macchina.

Pertanto, quando lui stesso dava il via.

Di più, in molte occasioni, non essendo il filmato venuto bene, la carica veniva ripetuta a nemico oramai debellato solo per essere registrata.

Tutto quanto di quegli accadimenti vediamo (vediamo!) è pertanto falsificato.

Perché non si sarebbe svolto affatto.

Perché comunque non avrebbe avuto lo stesso svolgimento.

Perché, infine, artefatto.

Milioni i possibili altri esempi di rappresentazioni fotografiche e cinematografiche false della ‘realtà’!

Mauro della Porta Raffo