Prima del 4 luglio

Ok, il 4 luglio 1776.
La Dichiarazione di Indipendenza americana.
Data storica, epocale.
Parole, espressioni di grande respiro, come tutti sanno.
Parole, espressioni peraltro non del tutto originali.
Poco prima, difatti, esattamente il 12 giugno 1776, era stata approvata e pubblicata ‘La Dichiarazione dei diritti fatta dal corpo rappresentativo del buon popolo della Virginia riunito in piena e libera convenzione’.
Scritto da George Mason, il testo, all’articolo uno recitava:
“Tutti gli uomini sono per natura liberi e indipendenti e godono di alcuni diritti innati di cui… non possono privare o spogliare la loro posterita’; cioè il godimento della vita, della libertà, tramite l’acquisto e il possesso della proprietà e il perseguire e ottenere felicità e sicurezza”.
Questo straordinario documento prosegue elencando diritti e doveri dei virginiani – diritti e doveri che saranno ripresi il successivo 4 luglio, che saranno alla base della Costituzione del 1787, che si ritroveranno nel ‘Bill of Rights’ del 1791 – nonché delineando le fondamenta di uno Stato dal punto di vista istituzionale e giuridico.
Sedici articoli di grande significato e portata l’ultimo dei quali determina il diritto di tutti gli uomini “al libero esercizio della religione secondo i dettami della coscienza”.
Tutti ricordano la magnifiche espressioni della Dichiarazione del 4 luglio.
V’è da chiedersi se tanto eloquenti sarebbero state ove in precedenza George Mason non avesse vergato la Carta virginiana.
Di lui sentiremo ancora parlare: sarà uno dei tre delegati a Philadelphia (con Edmund Randolph ed Elbridge Gerry) che non firmeranno la Costituzione.
Ma questa è un’altra storia.

Mauro della Porta Raffo