David Selznick: non solo ‘Via col vento’

‘Via col vento’, ovviamente.
E un davvero notevole quantitativo di film di alto livello.
Produttore?
Estremamente riduttivo definirlo in cotal modo.
In specie nei momenti di maggiore impegno e conseguente successo, David Selznick – ovviamente ebreo: e come avrebbe potuto Hollywood nascere e prosperare senza gli investimenti che illuminatissimi ebrei fecero agli inizi e continuarono per lungo tempo a fare? – nel cinema ereditariamente (il padre, Lewis, era stato tra i primi a capire cosa fosse e potesse economicamente diventare la settima arte), fu l’ideatore, il motore e il vero artefice delle ‘sue’ pellicole.
Lo dimostrano senza possibile smentita – ma, lo sapevano tutti a Hollywood dovendo appunto tutti subire i suoi continui assalti – lo dimostrano le migliaia e migliaia di fogli di appunti, disposizioni, invettive, suggerimenti (imperativi) da lui vergati su carta rigorosamente gialla e religiosamente conservati – duemila faldoni! – a futura memoria.
Nessun regista, per quanto famoso e capace fosse.
Nessuno sceneggiatore, per quanti successi potesse vantare.
Nessun tecnico di scena, per quanta esperienza avesse.
Nessun attrezzista, perfino.
Nessunissimo poteva sfuggire allo sguardo del Nostro e pensare anche solo di immaginare, organizzare e girare una scena secondo i propri estri.
Per carità.
Naturale che David avesse potere decisionale anche nella scelta degli attori.
Ed è questo versante a rivelare la sua unica (!) pecca.
Sposato in seconde nozze con Jennifer Jones, tra la seconda metà dei Quaranta e i primi Cinquanta, la impose per ogni dove.
Lo si può perdonare, però.
Jennifer era brava e bellissima.

Mauro della Porta Raffo