Uhuru

Mau Mau.
Fine anno Quaranta e primi Cinquanta.
Ricordo bene.
Parteggiavo per loro, per i kikuyu che in Kenya si battevano contro i colonizzatori inglesi e volevano l’indipendenza.
Certo, le frammentarie notizie riportate da radio e giornali – la televisione da noi era di la da venire – mi impedivano di conoscere la realtà, di andare oltre l’idealizzazione di quella vicenda.
Fu nel 1956/57 che mi si aprirono gli occhi.
Allorquando mi capitò di leggere nella traduzione italiana un romanzo di grande impatto.
Opera di un americano del North Carolina appassionato d’Africa, Robert Ruark, si intitolava ‘Something of Value’ (‘Qualcosa che vale’) e raccontava ‘da dentro’ del Kenya di quegli anni, della vita coloniale in loco e della sollevazione kikuyu.
Certo, ogni lotta armata comporta fatti di sangue e atrocità.
Ma in quella temperie, inglesi e Mau Mau, gli uni contro gli altri, non si erano risparmiati nulla.
Trascorsi pochi anni, nel 1962, con qualche minore successo, Ruark tornò a parlare del Kenya.
Il nuovo libro si chiamava ‘Uhuru’, vocabolo che in swahili significa ‘libertà’.
Ebbene, leader dei rivoltosi di allora e dipoi (dal dicembre del 1964) primo presidente del Paese quando arrivato all’indipendenza era Yomo Kenyatta.
Attuale capo dello Stato suo figlio il cui nome è Uhuru.
Tout se tien!

Mauro della Porta Raffo