Il ‘Casanova’ di Federico Fellini e quello di Piero Chiara

Ecco quanto ebbe a scrivere nel 1978 Piero Chiara, massimo casanovista e non solo della sua epoca, a proposito del rapporto intercorso tra lui e Federico Fellini, del quale era stato consulente due anni prima nel corso della preparazione e durante le riprese del film ‘Casanova’ dedicato dal maestro riminese al grande personaggio: “…Fellini ha realizzato una volta di più la visione infernale e grottesca del mondo e della storia già evocata nel suo Satyricon…ma Casanova ha superato indenne anche quest’altra nube levatasi sul suo cammino…che Fellini lo abbia stravolto, dilatato, stirato, gonfiato, svuotato per esprimere se stesso, i propri interni conflitti o l’estremo grido di un’epoca corrotta e corruttrice non vuol dire nulla per il Cavaliere di Seingalt” (titolo del quale Giacomo Casanova si vantava) “che si troverà semplicemente ad aver prestato il nome e l’immagine ad un mito dell’era consumistica”.

Fatto è – aggiungo io – che Fellini, come benissimo dice il Morandini “riduce Casanova” (uomo dalle mille alte qualità in specie letterarie) “alla sua dimensione erotica, ne fa un Don Giovanni” (gravissimo, considerato che nel mentre Casanova ama ogni singola donna Don Giovanni le disprezza tutte e le usa) “cialtrone, disperato, ossessionato, teatralissimo, sottaniere forsennato, atleta del sesso, così murato nella sua ottusa maschilità da essere un mezzo uomo”.

Chiunque conosca (ed era ovviamente il caso di Chiara) il ‘vero’ Casanova non può che, sia pure garbatamente, dissociarsi!!!

Mauro della Porta Raffo