Uso e abuso della lingua inglese

E’ ormai consuetudine che – anche in località di nessun interesse turistico – alle porte dei negozi si appendano cartelli con le scritte: “Sorry, we’re closed” (spiacenti, siamo chiusi); oppure: “Come in, we’re open” (entrate, siamo aperti).

In tema di uso della lingua inglese, passi per boy scout (giovane esploratore), tra le cui file militò anche Matteo Renzi, l’attuale presidente del Consiglio, “premier” (primo ministro) e leader (guida) di un partito.

Ma non tutti gli anglicismi – di cui il nostro idioma, parlato e scritto, è ormai zeppo – hanno una loro giustificazione anche nell’arricchimento della lingua, attivato in parte dagli scambi culturali, monetari e politici.

L’amministratore delegato di una società (a.d.) è, naturalmente, un “big” (grande), un “boss” (capo) ma anche – salvando le origini latine del’idioma italico – il “dominus” (padrone), specie se è a capo di una holding (gruppo finanziario, società).

Ormai, dunque, l’inglese la fa da padrone: un saluto, una breve frase inviata online (sulla Rete) è un tweet (cinquettio) o uno short message, un messaggio corto, conciso (sms).

E un masso devastante che rotola giù per la montagna, provocando disastri, non può che essere una frana-killer (assassina).

Ma ciò che fa impazzire di più la gente normale alle prese con la quadratura dei conti, sono giusto i termini economici.

Passi per lo spread (differenza) che riguarda sì gli economisti ma poi ha ricadute sul bilancio familiare.

Ma come la mettiamo con il job act (atto, riforma del lavoro) che dovrebbe essere il perno del rilancio dell’economia assieme alla spending review (revisione della spesa pubblica)?

E che dire del dumping (vendita sottocosto)?

Non rimane che sperare nei benefit (beneficio accessorio), nei bonus (compenso) per evitare il crack (rottura) familiare, dopo periodi di austerity (austerità), local tax (tassa locale), tassazione flat (casa) da onorare nel tax day (scadenza fiscale), sperando in provvidenziali voucher (buoni).

Basteranno i workshop (seminari di studi) a risolvere i problemi connessi al welfare (stato sociale) e al turnaround del business (ridefinizione della strategia degli investimenti)?

Vorrà dire che per l’alimentazione ci accontenteremo di uno snack (spuntino) confidando in una vincita al jackpot (montepremi).

Tuttavia, per farci passare i cattivi pensieri possiamo sempre dedicarci al bonsai (coltivazione di piante nane) o al bricolage (il francese “fai da te”).

Se invece vogliamo andare per mostre dovremo informarci in quali location (ubicazioni) si svolgono: per questo dovremo scegliere quale mezzo consultare tra i mass media (mezzi di massa, dove, per fortuna, quel media ci appartiene trattandosi di lingua latina).

In primis, dunque, e per par condicio, vengono – appunto – le radici della nostra lingua: sospiri di sollievo non possono mancare leggendo di un decreto ad hoc o di un maxi processo.

Ma anche espressioni della cugina lingua francese, quali performance (prestazione), pièce (opera teatrale) anche se, avendo successo, registrano l’inglese sold out (venduto, esaurito).

Nelle cronache giudiziarie dovremo sorbirci accuse di stalking (tampinamento) da parte di un partner (compagno) e condanne per violenza sessuale che spediscono il colpevole in apposite sezioni denominate sex offenders (autori di reati sessuali).

Nelle stesse pagine di cronaca leggeremo poi di blitz (attacchi improvvisi) delle forze dell’ordine andati a segno.

In Medicina passi per i ricoveri dovuti a choc, a ingestioni di mix (miscela) di farmaci, e alla necessità di sottoporsi a uno screening (controllo).

Passando ad argomenti più soft (morbidi), capita di leggere di kermesse (feste) organizzate magari da onlus no profit (organizzazioni senza scopo di lucro).

In campo sportivo le espressioni esterofile si sprecano: un incontro diventa un match, quando non un big match (grande incontro).

L’allenatore della squadra (team) è, naturalmente, il coach; il presidente è il patron, l’imprenditore che collabora alle spese è uno sponsor.

L’incontro tra due squadre della stessa città è un derby.

La squadra che perde, come in un incontro (match) di pugilato, è stata messa  k.o. vale a dire knock-out (abbattere oltre il tempo).

Con la differenza che nel pugilato (boxing) i contendenti possono contare su più round (riprese).

Nei diversi sport gli incontri tra giovanissimi saranno “under” (sotto una certa età) da non confondersi con gli “over” (sopra).

Le diverse fasi degli incontri non potranno che essere commentati al microfono da uno speaker (persona che parla).

In ogni sport avremo sempre un team (gruppo) e un player (giocatore) di riferimento

I rapporti sociali si possono svolgere all’interno dei club (circoli) dove vengono organizzati dei party (feste), mentre le amicizie si possono stringere anche nei social network (rete sociale) dove tutti diventano writers (scrittori).

Se la tasca e le condizioni atmosferiche lo permettono, ci si concede un week-end (fine settimana) per raggiungere la località preferita con un volo low cost (a basso costo) dal city airport (aeroporto da città) o con propri mezzi: tolta l’automobile dal box (scatola) si parte per una vacanza che si ricorderà attraverso selfies (autoscatti).

Per rimanere costantemente informati occorrerà tuttavia affidarsi a una rete “all news”.

E – se sono in corso elezioni amministrative o politiche – sarà interessante sapere chi ha assicurato il proprio “endorsement” (appoggio) al candidato di turno.

Antonio Cosentino