Champagne, cioccolata e sigari

Che cosa distingue un coniugato da un celibe?

La marca dello champagne in frigorifero.

Se sposato trattasi di lieviti di bassa qualità, se single allora si va di lusso, per attirare l’ape al miele e passare al brindisi notturno.

Ecco il fascino delle bollicine, mille e non, di certo, blu come cantava la svizzeroitaliota Mazzini Mina.

Champagne musica e parole di Peppino Di Capri, champagne comunque presente in feste e orge, roba regolare e trasgressiva, fiumi di spuma.

Si diceva che il seno ideale di una donna dovrebbe stare in una coppa di champagne.

Ora la coppa è scomparsa o in via di estinzione come la foca monaca o l’orso marsicano, resiste in alcuni salotti e sale da pranzo d’antan, per il resto si va di volgarissima e banale flute nella quale la mammella della signora o signorina farebbe una figuraccia, anzi la farebbe la dama o damigella, cadentissime.

Scelgo la coppa, dunque il seno, come potete capire basta il miraggio di una bottiglia di marca francese per farmi perdere la testa e andare fuori giri, ipotizzando chissà quale donna.

Ma non c’è alternativa, a una certa età, che poi non si capisce bene perché sia certa soltanto quando è datata, prima è forse incerta?, dunque per chi è maturo andante lo champagne questo è e questo dovrebbe essere anche se, spesso, si riassume nella festa di famiglia, fine anno, natale, varie ed eventuali.

Comunque scegliete voi la marca, raffreddate le coppe o le flutes in freezer, non servite mai in calici caldi o tiepidi perché di seguito la serata avrà idem temperatura, freddi in avvio e poi calientissimi.

Fatto il giro di champagne si potrebbe passare a un morso di cioccolato, con la o perché quella al femminile è fusa, la bevi ma non la mordi, al massimo la tua lingua.

Cioccolato svizzero, belga, olandese, delle Americhe, a tavoletta, cubi, stecche, duro il giusto, che sporchi le labbra e la lingua, dolce appena mai troppo zuccherato o zuccheroso, tendente semmai all’amaro, droga lecita, isola serale e notturna di naufragio paradisiaco, eviterei quello al latte, punto sul fondente, percentuali alte, provato anche il novantanove per cento, siamo vicini alla cicuta ma aiuta a pensare, dopo aver masticato amaro ma non in senso figurato.

Cioccolato, per la proprietà transitiva e dei “nasi comunicanti” ecco che si appalesa il sigaro, cubano, di santo Domingo, comunque che provenga con tutti gli odori, profumi e acchiappi da quelle terre lontane che diventano una melodia appena il fiammifero si avvicina al “puro habano o domenicano o nicaraguense”, la capa è pronta a finire in brace insieme con la tripa, taglio lungo, nomi di fascino letterario e storicopolitico, Churchill, Romeo e Giulietta, Flor de Oro, Cienfuegos, Montecristo, come leggere un libro e sognare il viaggio salgariano.

Dunque la serata è piena, tra lieviti, cacao e tabacco.

Prima di spegnere la luce si potrebbe concludere il giro con un caldo bagno avvolti nella schiuma di sciampagna, dunque tornando al via. E qui siamo ai massimi.

Tony Damascelli