La Storia del Jazz – Bix Beiderbecke

Leon Bismark Bix Beiderbecke, figlio di immigrati tedeschi, nato a Davenport nell’Iowa il 10 Marzo 1903 e deceduto il 6 Agosto 1931 è un importantissimo jazzista, cornettista, pianista e compositore. Con Louis Armstrong e Muggsy Spanier è considerato uno dei musicisti solisti che più di chiunque altro hanno influenzato nel jazz gli anni ’20. Nel 1913 sui giornali locali della sua città si legge di questo bambino prodigio capace di riprodurre a orecchio, qualsiasi melodia. A 15 anni acquista una cornetta ed ascolta Nick LaRocca e le formazioni che suonano a bordo dei battelli che risalgono il Mississippi. Nel 1921 i genitori lo mandano alla accademia militare a Lake Forest vicino a Chicago e lì Bix, forma con il batterista Walter Cy Welge la Cy-Bix Orchestra e fa anche parte della Ten Foot band. Nell’Ottobre del 1923 entra nella Wolverine Orchestra (The Wolverines) e suona con The Bucktown Five di Muggsy Spanier. Non sapendo leggere la musica, deve imparare a memoria gli arrangiamenti. Nel 1925 incide come Bix and his Rhythm Jugglers. Nel 1926 forma la Bix Beiderbecke Gang poi suona con la Paul Whiteman Orchestra nel 1929, nella big band di Adrian Rollini, nella Casa Loma band nel 1930, in una orchestra da ballo a Chicago i Cascades, nell’orchestra di Charles Previn per una trasmissione radiofonica del 1931 e collabora con Red Nichols. Di spessore sono le sue registrazioni con l’orchestra di Frankie Trumbauer (sax contralto) del 1926 e con la band di Jean Goldkette. Bix fu il più talentuoso musicista del jazz di Chicago, suonando scale di semibrevi inaudite che precedeva nel tempo tutti i suoi contemporanei. La sua carriera di musicista viene spesso interrotta per problemi di saluti e morirà nell’ appartamento di un suo amico, il bassista George Kraslow e dove anche nelle ultimi giorni della sua vita nonostante fosse ammalato si alzava a suonare la cornetta alle 3 o alle 4 del mattino. Muore a Sunnyside, nel Queens, New York per una polmonite. Le sue melodie e gli assolo in brani come Singin’ the blues (incisa il 4 Febbraio del 1927), uno degli assoli più famosi della storia del jazz e I’m coming, Virginia(1927), in particolare dimostrano per quei tempi come fosse un vero precursore con la purezza dei suoni ed il dono non comune della improvvisazione. Con i suoi brani Bix inventò lo stile delle cosiddette ballate che molto tempo dopo, negli anni ’50 diedero vita al cool jazz. In a Mist incisa l ‘8 Settembre del 1927, una sua composizione per pianoforte è un brano in cui mischia influenze classiche e il jazz sincopato. Bix, è un personaggio che ha colto l’impressionismo europeo (corrente artistica nata in Francia, a Parigi tra il 1860 e il 1870 e durata sino ai primi del novecento) con le sue composizioni e titoli come la già menzionata In a mist ( nella nebbia) e In the dark (nel buio). Il 15 Settembre del 1930 Bix Beiderbecke suona la cornetta nella versione originale di una nuova composizione di Hoagy Charmichael intitolata Georgia on my mind incisa per la Victor come 78 giri con Hoagy alla voce, Eddie Lang alla chitarra, Joe Venuti al violino, Jimmy Dorsey al clarinetto e sax alto, Jack Teagarden al trombone e Bud Freeman al sax tenore. Il brano passerà alla storia ed è uno dei grandi classici nella storia della musica mondiale. Bix con il suo romanticismo tedesco compenetrato da nostalgia e malinconia saprà stregare il mondo intero. L’armonia dei suoi brani vanno oltre il suo strumento, trombettisti, sassofonisti e clarinettisti hanno analizzato, studiato ed imparato a memoria i suoli assoli cercando di imitarlo. E’ il musicista bianco che ha più saputo rispetto agli altri, pescare nel folklore nero e trasmetterlo al grande pubblico statunitense ed europeo. E’ colui che ha traghettato il dixieland al jazz aprendo le porte al cooljazz della west-coast e al tempo stesso ha conferito eleganza al suono della tromba nel jazz. Bix Beiderbecke ha più discepoli di qualsiasi altro trombettista bianco tra cui vanno fatti i nomi di Bobby Hackett, Bunny Berigan, Jimmy Mc Partland,Wild Bill Davison, Max Kaminsky, Ruby Braff ed anche del nero Rex Stewart così come in certi assoli di Chet Baker e Miles Davis anni dopo si sentirà la mano e l’ombra di Bix Beiderbecke. Si racconta che la scomparsa di Bix Beiderbecke a soli 28 anni fu dovuta alla sua vita dissipata e alla dipendenza dall’alcool, ne beveva in grande quantità tanto da tenerne una cospicua riserva nella vasca da bagno alla quale attingeva con un mestolo. La sua vita romanzata è stata raccontata più volte. Nel 1950 viene realizzato un film diretto da Michael Curtiz e scritto da Dorothy Baker intitolato Young man with a horn ( in italiano Chimere) baso sulla vita di Bix Beiderbecke e in cui la parte di Bix è interpretata da Kirk Douglas e con Lauren Bacall, Doris Day e Hoagy Carmichael. Nel 1974 Richard Sudhalter e Philip Evans pubblicano il libro Bix: Man and Legend. La casa natale di Bix Beiderbecke al 1934 di Grand Avenue a Davenport, Iowa, è stata rinnovata e comprata da Pupi Avati quando filmò alcune parti del suo film Bix: An interpretation of a Legend nell’estate del 1990. Nello splendido album Jazz di Ry Cooder pubblicato dalla Warner nel 1978, la seconda facciata dell’ellepì si apre addirittura con tre brani di Bix Beiderbecke: In a Mist, Flashes e Davenport Blues. Esiste un disco, bootleg (non legale) di Ry Cooder del 1979 intitolato In a Mist.

Ci restano di lui una manciata di motivi, eccone alcuni: Since my best girl turned me down, Jazz me blues e At the Jazz Band ball   incisi come   Bix Beiderbecke and His Gang, In a mist  inciso come Bix Beiderbecke From monday on , San e Mississippi mud  con la Paul Whiteman Orchestra, The Fidgety Feet e Tiger Rag incisi con The Wolverines Flock o’ Blues, J’m glad e For no reason at all in C con The Sioux City Six, Davenport Blues e Toddlin’ blues come Bix & His Rhyhtm Jugglers, Singin’ the blues, i’m coming Virginia, Ostrich Walk, Krazy Cat, Riberboat Shuffle e Way down yonder in New Orleans con Frank Trumbauer and his Orchestra, Deep down South come Bix Beiderbecke and his Orchestra, Clementine inciso con la Jean Goldkette Orchestra.

Aldo Pedron