‘Alia et eadem’: la serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino

La Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, fatti propri gli Antichi Doveri, persegue la ricerca della verità ed il perfezionamento dell’Uomo e dell’Umana Famiglia; opera per estendere a tutti gli uomini i legami d’amore che uniscono i Fratelli; propugna la tolleranza, il rispetto di sé e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero. Presta la dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza alle leggi dello stato sammarinese.[1][1]

 

Le parole del IV principio della costituzione della Serenissima Gran Loggia di San Marino – «Principi e Finalità» – fungono da prologo a questo breve saggio sulla storia dell’unica massoneria regolare, riconosciuta, presente nel territorio sammarinese.

Nel titolo è compreso il frutto di una concisa ma intensa ricerca su una, di rado frequentata, storia di un’Istituzione massonica. Per parlare della Massoneria sammarinese, in relazione a ciò che si conosce della Libera Muratorìa in generale – italiana in primis – è stato assunto lo stilema oraziano «alia et eadem»: diversa nel nome, ma identica nei propositi e nello spirito con il Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani.   Eppure, ciò che il titolo non dice, non può dire è la finalità della ricerca. L’obiettivo di questo breve saggio sarà quello di osservare da vicino, o meglio, dall’interno, una delle numerose facce della «moneta massonica». Laddove «facce» va inteso con il linguaggio attraverso il quale la Libera Muratorìa ha saputo delinearsi in varie epoche e in varie aree geografiche. Nello specifico, all’interno della Repubblica sammarinese, in un determinato lasso temporale.

 

La Gran Loggia Regolare degli Antichi, Liberi ed Accettati Muratori della Serenissima Repubblica di San Marino, denominata «Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino» (acronimo: S\G\L\R\S\M\), fu istituita il 6 aprile 2003, per il lavoro e la volontà del Gran Maestro Federico Micheloni. A costituirla furono tre Logge appartenenti al Grande Oriente d’Italia – che riprendevano ciascuna i nomi delle tre torri che contraddistinguono la Repubblica: Cesta, Guaita e Montale – e la Gran Loggia di Washington D. C..

Il Venerabilissimo, già Capitano Reggente della Repubblica nell’ottobre 1957 e nell’aprile 1961[2][2], nonché direttore sanitario dell’ospedale di stato del Titano per oltre dieci anni, era stato iniziato alla Massoneria di Palazzo Giustiniani negli anni ‘50, presso la Loggia pesarese «Giuseppe Garibaldi» numero 145, dove aveva peraltro ricoperto la carica di Maestro Venerabile. Da tale Officina sarebbe in seguito gemmata una nuova Loggia, che avrebbe innalzato le proprie colonne all’Oriente di Rimini – oggi a Riccione – nel 1972 e che avrebbe assunto la denominazione di «Europa» numero 765. Federico Micheloni, che aveva aderito all’innalzamento, ricoprì anche in questa Loggia la carica di Venerabile.

Nondimeno, già in precedenza, esisteva un nucleo di liberi muratori gravitante intorno a San Marino, i cui fratelli erano quotizzanti presso l’Oriente di Pesaro – Loggia «Giuseppe Garibaldi» –. Tra questi, si ricorda Giuseppe Forcellini, avvocato e per ben quattro volte Capitano Reggente – aprile 1946, 1950, 1954 e ottobre 1959[3][3] –, nonché Segretario di Stato per gli Affari Interni dal 1909 al 1923 e dal 1943 al 1955[4][4], iniziato alla Massoneria nel 1910 – Loggia «XI settembre 1860» di Pesaro –; Lucio Lucci, maestro di musica presso il Conservatorio di Pesaro e Direttore della Banda Militare di San Marino; Oliviero Cappelli, direttore dell’Ufficio Tributario della piccola Repubblica e celebre per aver funto da primo mediatore tra la Reggenza e il Governo Provvisorio, durante i fatti di Rovereta del 30 settembre 1957[5][5].

Fu solamente con l’alacre lavoro di Federico Micheloni che, negli anni duemila, quel nucleo di liberi muratori legato alla Repubblica del Titano, ma ancor privo di una consona Loggia – e conseguentemente di un Tempio – che operasse in San Marino, ebbe finalmente la possibilità di riunirsi grazie alla nascita delle tre già citate Officine, appartenenti al Grande Oriente d’Italia, che avrebbero rappresentato le solide fondamenta della futura Serenissima.

 

Attualmente, la Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, formata da liberi muratori residenti nella repubblica del Titano o che lavorano sul territorio della stessa, è composta di quattro Logge ed è guidata dal Gran Maestro Italo Casali. Di nazionalità e cittadinanza sammarinese, iniziato presso la Loggia «Europa» numero 765 nel 1973 e dopo esserne stato Maestro Venerabile, egli fu uno dei fondatori della Serenissima Gran Loggia nel 2003, ricoprendo la carica di Gran Tesoriere e Gran Maestro Aggiunto (2004). Nel marzo del 2007, a circa un anno dalla scomparsa di Federico Micheloni, Italo Casali è stato eletto Gran Maestro dell’Istituzione massonica sammarinese, venendo, nel 2010, riconfermato nella carica per il triennio che lo condurrà al termine del mandato nel 2013[6][6].

Alle tre iniziali Officine operanti in San Marino, ossia la «Montale» numero 1, la «Guaita» numero 2 e la «Casta» numero 3, si aggiunse il 24 settembre 2011 la «Federico Micheloni» numero 4, al cui innalzamento parteciparono il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, nonché Gran Maestro Onorario della Serenissima, Gustavo Raffi e autorevoli esponenti di Grandi Logge regolari europee, tra le quali la Gran Loggia Unita d’Inghilterra e la Gran Loggia di Romania[7][7].

Oltre al riconoscimento della Gran Loggia Unita d’Inghilterra – ottenuta l’8 giugno 2011 e che ha segnato l’ingresso nella comunione massonica mondiale –[8][8], la Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, sul cui labaro campeggia la scritta «Veritate Perpetua Libertas», gode dei riconoscimenti da parte di centouno Grandi Logge, così distribuite: trentaquattro in Europa, otto in Africa, due in Asia, cinque in Oceania, ventidue tra America centrale e meridionale, cinque in Canada e venticinque negli Stati Uniti d’America.

 

 

***

 

 

Fra le pagine più gloriose di codesto antico e libero Reggimento rifulgeranno sempre quelle che i vostri Padri scrissero nel 1849, accogliendo ed ospitando nel Territorio della Repubblica, con patriottico amore fraterno, Giuseppe Garibaldi, la sua Legione e i superstiti Difensori di Roma. […] D’altra parte la Massoneria Italiana non può restare indifferente alla rievocazione di gesta alle quali parteciparono tanti dei suoi Fratelli e neppure può restare assente alle cerimonie celebrative predisposte da questa nobile Reggenza.[9][9]

 

Con queste parole, estratte dal messaggio del Gran Maestro Ugo Lenzi del 28 luglio 1949, il Grande Oriente d’Italia desiderava unirsi alla celebrazione garibaldina nella Repubblica di San Marino. La cerimonia ricordava solennemente la sosta che fecero Giuseppe Garibaldi e la sua Legione nel territorio del Titano, in seguito alla caduta della Repubblica Romana, nel tentativo di raggiungere Venezia per la sua estrema difesa.   Incalzato dall’esercito austriaco e braccato dalla parte reazionaria delle popolazioni, dopo aver mandato a parlamentare con i governanti di San Marino i messi, Francesco Nullo, Ugo Bassi e Don Stefano Romorino, Garibaldi si fece annunciare al Reggente Domenico Maria Belzoppi – patriota mazziniano –, la mattina del 31 luglio 1849[10][10]. Questi, nel desiderio ardente di voler offrire asilo ai patrioti italiani, fu al contempo capace di salvaguardare l’indipendenza di San Marino.

Fu nella libertà secolare della Repubblica e tramite i Capitani Reggenti, infatti, che Garibaldi poté intavolare trattative di mediazione con lo Stato Maggiore austriaco per una resa onorevole.

Nondimeno, accerchiata dalle forze straniere, la piccola Repubblica stava mettendo in forte pericolo la propria libertà: le condizioni austriache chiedevano a Garibaldi di espatriare mentre ai suoi soldati di presentarsi disarmati, per poi essere arrestati. Giacché il Nizzardo riteneva le condizioni nemiche inaccettabili, decise di lasciare San Marino e, guidato dai cittadini della piccola Repubblica, giunse fino a Cesenatico dove sarebbe ripartito per Venezia[11][11].

Dopo tale atto – noto come lo «scampo di Garibaldi» – di accogliere e quindi di serbare, in spregio ai pericoli, il Generale ai nuovi destini dell’Italia, come sottolinea Giovanni Pascoli[12][12], la piccola Repubblica ebbe giorni di turbamento e di grande incertezza per le conseguenze che potevano derivare dal salvataggio dell’Eroe.

Il concetto di libertà, ragione di vita di ogni sammarinese, era stato messo in atto, dispiegandone la propria forza intrinseca, attraverso il contributo che la Repubblica seppe dare al Risorgimento italiano; episodio, questo, che doveva ben scriversi a grande gesto umanitario e storico per San Marino[13][13].

Ma potrebbe forse questo evento aver funto da pilastro reale e progressivo per la nascita della Serenissima?

Senza l’intento di forzare tale ipotesi di lettura, è quantomeno suggestivo ricordare come altri due celebri appartenenti al Grande Oriente d’Italia furono in stretto e continuo contatto con la Repubblica del Titano, acclarandone non solo l’ospitalità, ma in particolare il carattere di libertà che, per la sua vitale completezza, anelava fortemente ai concetti di fratellanza e tolleranza.

Nel celebre discorso «La libertà perpetua di San Marino» del 30 settembre 1894[14][14], Giosuè Carducci esternava tutta la sua stima e la sua amicizia nei confronti della Repubblica del Titano. Eppure, tale discorso rappresentava l’apice di un rapporto tra il poeta e il piccolo stato, instauratosi diversi anni addietro.

La prima visita del poeta a San Marino era, infatti, avvenuta nel 1871, quando il Carducci giunse in compagnia di Pietro Ellero, suo collega all’Università, per assistere all’ingresso dei nuovi Capitani Reggenti[15][15], facendo precedere la sua venuta con un piacevole frammento poetico, che rimarcava le qualità della Repubblica: «Disdegnosa di porpora e d’alloro, | di povertà crescesti e di lavoro | o latina Repubblica gentil»[16][16].

Dipoi, nell’ottobre del 1889, in occasione dell’inaugurazione del nuovo palazzo del Governo, allora in costruzione e pressoché ultimato, il Carducci venne invitato dai Capitani Reggenti a tenere un discorso a proposito. Quest’ultimo incontro gettò le basi per il conferimento al Poeta della cittadinanza onoraria il 10 settembre 1890, da parte del Consiglio Sovrano. Così, come era stato con Garibaldi, «Primo Massone d’Italia», anche con il libero muratore Carducci[17][17] si andò a originare un’affinità tra gli ideali massonici da questi propugnati e la Repubblica di San Marino.

Da quel momento, Carducci sentì per la Repubblica del Titano, un affetto profondo e fraterno che trasparì nel discorso da lui tenuto il 30 settembre 1894, per la nuova sede del Governo repubblicano. L’orazione sulla libertà perpetua sammarinese venne accolta con l’applauso fraterno della popolazione che «divenne appassionato, traboccante di commozione, quando dopo l’esordio, il poeta toccò i punti fondamentali della ragion d’essere della Repubblica»[18][18], celebrandone la storia, la libertà e l’esistenza.

In seguito alla morte del Carducci, visto il profondo legame che aveva legato il Poeta alla Repubblica, il Consiglio Supremo decise di dedicargli un’erma, il 30 settembre 1907, a tredici anni dal celebre discorso sulla libertà perpetua di San Marino[19][19].

Sia il Governo sia la popolazione sammarinese condivisero la decisione di invitare Giovanni Pascoli, affinché questi potesse contribuire, con una sua orazione, alla celebrazione della figura del grande maestro. Il Poeta romagnolo, successivamente ascritto al novero dei cittadini onorari, come Garibaldi e Carducci, si associò alla commemorazione, ricordando, nel suo discorso, la grandezza di San Marino. La Repubblica, infatti, aveva salvaguardato a ulteriori compiti per l’Italia, Giuseppe Garibaldi; infine, in un’appassionata esaltazione, il Pascoli esaltava la figura del Carducci, come poeta, patriota, grande italiano, nonché fratello e maestro[20][20].

A conclusione del suo intervento, Giovanni Pascoli riaffermava con vigore il concetto di libertà di cui la Repubblica del Titano era stata, fin dalla sua nascita, ardente rappresentante: «Il palagio di San Marino e la scuola di Bologna hanno di lui il medesimo monumento. E queste due erme sembrano segnare, tutte e due col nome di LIBERTAS i termini della terra che tanto amò e da cui fu tanto amato»[21][21].

L’orazione del Pascoli fu un secondo, alto omaggio con quello del Carducci per l’«azzurra vision» San Marino: il suo Governo mantenne con il poeta di San Mauro cordiali e amichevoli relazioni. Quando, il 15 novembre 1907, venne conferita la cittadinanza onoraria al pascoli, questi disse: «[…] così sempre resti, piccolo sì, ma libero come la vostra Repubblica»[22][22].

Il fascino che questi tre liberi muratori trasmisero alla Repubblica del Titano, sottolineandone costantemente il carattere di libertà, potrebbe aver ispirato coloro che fondarono la Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino?

Si tratta, forse, di una domanda velleitaria, ma l’ipotesi che la libertà, da sempre propugnata dalla piccola Repubblica, potesse aspirare alla sua compiutezza nell’unione con gli altri due concetti del trinomio massonico (Uguaglianza e Fratellanza), sembra quasi aver una corrispondenza nelle parole del Gran Maestro Italo Casali, nell’allocuzione per la «IX Comunicazione Annuale» del 2011: «È per questa ragione che, pur nell’ambito della nostra sovranità, anche con la collaborazione del Gran Oriente d’Italia, noi ci stiamo impegnando per sottolineare l’importanza storica e culturale offerta dalla comunità millenaria della nostra piccola Repubblica, con la finalità di evidenziare i valori civili e morali custoditi sotto il Monte Titano. Valori, quindi, legati alla tutela della pace, della democrazia, del dialogo; esistenti da secoli, e non scoperti da qualche anno o decennio. Valori dei quali la stessa Massoneria Universale si sente garante e che difende spiritualmente e praticamente»[23][23].

 

 

 

Addenda:

 

In ordine per Continente, le Grandi Logge Regolari del Mondo, con cui la Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino ha stabilito reciproco riconoscimento.

 

Europa:

 

1) Gran Loggia Unita d’Inghilterra; 2) Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani; 3) Gran Loggia Alpina di Svizzera; 4) Gran Loggia d’Andorra; 5) Gran Loggia d’Austria; 6) Gran Loggia d’Azerbaigian; 7) Gran Loggia del Belgio; 8) Gran Loggia di Bosnia ed Erzegovina; 9) Gran Loggia Unita di Bulgaria; 10) Gran Loggia di Cipro; 11) Gran Loggia di Croazia; 12) Gran Loggia della Repubblica Ceca; 13) Grandi Logge Unite di Germania; 14) Gran Loggia di Grecia; 15) Gran Loggia Simbolica di Ungheria; 16) Gran Loggia di Lettonia; 17) Gran Loggia di Lituania; 18) Gran Loggia del Lussemburgo; 19) Gran Loggia di Macedonia; 20) Sovrana Gran Loggia di Malta; 21) Gran Loggia di Moldavia; 22) Gran Loggia Nazionale Regolare del Principato di Monaco; 23) Gran Loggia del Montenegro; 24) Grande Oriente d’Olanda; 25) Gran Loggia Nazionale di Polonia; 26) Gran Loggia Legale del Portogallo; 27) Gran Loggia Nazionale di Romania; 28) Gran Loggia di Russia; 29) Gran Loggia Regolare di Serbia; 30) Gran Loggia di Slovacchia; 31) Gran Loggia di Slovenia; 32) Gran Loggia di Spagna; 33) Gran Loggia di Ucraina; 34) Gran Loggia di Albania.

 

Africa:

 

1) Gran Loggia del Regno del Marocco; 2) Gran Loggia del Burkina Faso; 3) Gran Loggia di Gibuti; 4) Gran Loggia del Madagascar; 5) Gran Loggia della Costa d’Avorio; 6) Gran Loggia Nazionale Togolese; 7) Gran Loggia delle Mauritius; Gran Loggia del Sudafrica.

 

Asia:

1) Gran Loggia d’India; 2) Gran Loggia del Giappone.

 

Oceania:

 

1) Gran Loggia del South Australia e del Northern Territory; 2) Gran Loggia Unita degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori del Queensland; 3) Gran Loggia di Tasmania; 4) Gran Loggia Unita del New South Galles e dell’Australian Capital Territory; 5) Gran Loggia Regolare di Tahiti.

 

America Meridionale:

 

1) Gran Loggia del Cile; 2) Gran Loggia Equinoccial dell’Ecuador; 3) Gran Loggia di Cuba del Antichi, Liberi e Accettati Muratori; 4) Gran Loggia degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori della Repubblica del Perù; 5) Gran Loggia della Massoneria di Uruguay; 6) Gran Loggia di Argentina dei Liberi e Antichi Muratori; 7) Gran Loggia Sovrana dei Liberi e Antichi Muratori di Porto Rico; 8) Gran Loggia Massonica dello Stato di Alagoas; 9) Gran Loggia Massonica dello Stato dell’Espìrito Santo; 10) Gran Loggia Massonica dello Stato del Mato Grosso do Sul; 11) Gran Loggia Massonica dello Stato di Sergipe; 12) Gran Loggia Massonica dello Stato di Rondônia – Glomaron; 13) Gran Loggia Massonica dello Stato del Paranà; 14) Gran Loggia Massonica dello Stato di Rio de Janeiro; 15) Gran Loggia Massonica dello Stato di Rio Grande do Norte; 16) Gran Loggia Massonica dello Stato di Amazonas – Glomam; 17) Gran Loggia Massonica dello Stato di San Paolo; 18) Gran Loggia Massonica dello Stato di Minas Gerais.

 

America Centrale:

 

1) Gran Loggia «Occidental Mexicana» degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori; 2) Gran Loggia «La Oriental Peninsular» degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori; 3) Gran Loggia «Cosmos» dello Stato di Chihuahua; 4) Gran Loggia «Benito Juarez Garcia» dei Liberi e Accettati Muratori dello Stato di Oaxaca.

 

America Settentrionale:

 

1) Gran Loggia di Nuova Scozia; 2) Gran Loggia della Columbia Britannica e Yukon; 3) Gran Loggia del Canada (Provincia di Ontario); 4) Gran Loggia di Manitoba; 5) Gran Loggia di Terranova e Labrador; 6) Gran Loggia di Alaska; 7) Gran Loggia di Arizona; 8) Gran Loggia di Alabama; 9) Gran Loggia Prince Hall di Colorado e sua Giurisdizione; 10) Gran Loggia del Connecticut; 11) Gran Loggia del Distretto della Columbia; 12) Gran Loggia di Florida; 13) Gran Loggia dell’Illinois; 14) Gran Loggia dell’Indiana; 15) Gran Loggia dell’Iowa; 16) Gran Loggia del Minnesota; 17) Gran Loggia del New Jersey; 18) Gran Loggia dello Stato di New York; 19) Gran Loggia dell’Oregon; 20) Gran Loggia di Pennsylvania; 21) Gran Loggia del Tennessee; 22) Gran Loggia del Texas; 23) Gran Loggia dello Utah; 24) Gran Loggia del Wisconsin; 25) Gran Loggia di Virginia; 26) Gran Loggia del Kentucky; 27) Gran Loggia del Maine; 28) Gran Loggia del West Virginia; 29) Gran Loggia del Nord Carolina; 30) Gran Loggia del Mississippi.

 

Lorenzo Bellei Mussini

 

 

Bibliografia:

Questo articolo è stato terminato a pochi giorni dall’«XI Comunicazione Annuale» della Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, che ha visto l’elezione di un nuovo Gran Maestro – Andrea Negri, per il triennio 2013-2016 –, dopo i due mandati, di tre anni ciascuno, del già Gran Maestro Italo Casali.

Trattandosi del primo resoconto edito sulla Massoneria Sammarinese, non è stato possibile usufruire di bibliografia specifica, al di là di qualche breve articolo di carattere generale sulla Repubblica di San Marino; nondimeno si desidera ringraziare, il Gran Segretario della S\G\L\R\S\M\, Dottor Sergio Rabini, per la collaborazione nella ricostruzione dei fatti più recenti.

 

 

  1. Bertoni e G. Zucconi, Un palazzo medievale dell’Ottocento: architettura, arte e letteratura nel Palazzo Pubblico di San Marino, Milano 1995.
  1. Bigi, Pagine Sammarinesi, San Marino 1963.
  1. Buscarini, La lotta politica a San Marino nel decennio 1950-1960, in «Studi Romagnoli», n. 47 (1996), pp. 767-827.
  1. Carducci, ‘Giambi ed Epodi’ e ‘Rime nuove’, Bologna 1935.
  1. Carducci, La libertà perpetua di San Marino. Discorso al Senato e al popolo, XXX Settembre MDCCCLXXXXIV, Bologna 1938.
  1. Forcellini, Garibaldi, Carducci, Pascoli e la Repubblica di San Marino, in «Lumen Vitae», Anno IV, n. 10 (1957), pp. 350-357.
  1. Franciosi, Garibaldi e la repubblica di San Marino: cenni storico-critici, Bologna 1891.
  1. Franciosi, Le relazioni tra Giosuè Carducci con la Repubblica di San Marino. Impressioni e ricordi, San Marino 1935.
  1. Garosci, San Marino: mito e storiografia tra i libertini e il Carducci, San Marino 1967.
  1. Massacesi, La Massoneria Pesarese. Tra la fine del Settecento e l’Unità d’Italia, Urbino 2010.
  1. Pascoli, Alla gloria di Giosuè Carducci e Giuseppe Garibaldi: discorso pronunciato in San Marino il 30 settembre 1907, San Marino 1928.

Bologna Massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di G. Greco, Bologna 2008.

Celebrazione garibaldina nella Repubblica di San Marino. Un messaggio del Gran Maestro (Ugo Lenzi), in «L’Acacia massonica», n. 7 (1949), p. 175.

«Erasmo Notizie», aa. XI-XII, nn. 5-6 (2010), 10-11-16 (2011)

Un sol popolo. Breve ma veridica storia della Massoneria internazionale, a cura di G. Greco, Bologna 2012.

[1] Tratto dalla Costituzione della Serenissima Gran Loggia della Repubblica di San Marino, Art. IV «Principi e Finalità», sito ufficiale: www.sglrsm.sm.

[2] Cfr. Elenco ufficiale dei Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, www.reggenza.sm.

[3] Ibidem.

[4] Buscarini, La lotta politica a San Marino nel decennio 1950-1960, in «Studi Romagnoli», n. 47 (1996), p. 787.

[5] Ibidem, p. 823 e Bigi, Pagine Sammarinesi, San Marino 1963, p. 193.

[6] «Erasmo Notizie», Anno XI, n. 5-6, 15-31 marzo 2010, p. 16.

[7] Ibidem, Anno XII, n. 16, 30 settembre 2011, p. 14.

[8] «Questo importante riconoscimento – sottolinea il Gran Maestro Casali – premia il lavoro svolto in questi anni, in una realtà che non a caso ha il titolo di ‘Terra della Libertà’, impegnata quotidianamente a promuovere il dialogo, il confronto e la tolleranza nella Repubblica di San Marino, facendo strada al bene e al progresso dell’umanità» Ibidem, Anno XII, n. 10-11, 15-30 Giugno 2011, p. 11.

[9] Celebrazione garibaldina nella Repubblica di San Marino. Un messaggio del Gran Maestro (Ugo Lenzi), in «L’Acacia massonica», n. 7 (1949), p. 175.

[10] «Ben venga il rifugiato, questa terra ospitale vi riceve, o Generale» Franciosi, Garibaldi e la repubblica di San Marino: cenni storico-critici, Bologna 1891, p. 17.

[11] Ibidem, p. 25.

[12] Pascoli, Alla gloria di Giosuè Carducci e Giuseppe Garibaldi: discorso pronunciato in San Marino il 30 settembre 1907, San Marino 1928.

[13] Forcellini, Garibaldi, Carducci, Pascoli e la Repubblica di San Marino, in «Lumen Vitae» , Anno IV, n. 10 (1957), p. 352.

[14] Carducci, La libertà perpetua di San Marino. Discorso al Senato e al popolo, XXX Settembre MDCCCLXXXXIV, Bologna 1938.

[15] Franciosi, Le relazioni tra Giosuè Carducci con la Repubblica di San Marino. Impressioni e ricordi, San Marino 1935, p. 8 e Garosci, San Marino: mito e storiografia tra i libertini e il Carducci, San Marino 1967, p. 355.

[16] Carducci, ‘Giambi ed Epodi’ e ‘Rime nuove’, Bologna 1935, p. 409.

[17] L’ingresso del Carducci In Massoneria, benché soggetto a dibattito sulla cronologia, avvenne comunque prima del 1890. Questo motiva l’utilizzo di «libero muratore Carducci». Cfr. Sacchetti, Giosuè Carducci, poeta e massone, in Bologna Massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di G. Greco, Bologna 2008, pp. 281-300.

[18] Forcellini, Op. cit., p. 353.

[19] Bertoni e Zucconi, Un palazzo medievale dell’Ottocento: architettura, arte e letteratura nel Palazzo Pubblico di San Marino, Milano 1995, p. 108.

[20] Pascoli, Op. cit., pp. x-xii.

[21] Ibidem, p. 14.

[22] Forcellini, Op, cit., p. 357.

[23] Il contributo della Massoneria Sammarinese, Allocuzione del Gran Maestro Italo Casali, «IX Annual Communication» S\G\L\R\S\M\ 2011.