(beviamo di quando in quando vino Gagauzoo!)
Quando la Moldavia, territorio sovietico situato tra la Romania e l’Ucraina, di lingua prevalentemente rumena, proclama la sua indipendenza all’inizio degli anni Novanta del Novecento, gli Slavofoni della Transnistria, provincia dell’est che costeggia l’Ucraina, attuano una secessione e creano, col sostegno della Russia, uno Stato separato, non riconosciuto dalla comunità internazionale ma tutt’ora ben esistente.
Durante lo stesso periodo, a sud della Moldavia, un’altra comunità, quella dei Gagauzi, contraria all’adozione del rumeno come unica lingua del paese, proclama, in conseguenza, su circa il dieci per cento del territorio della Moldavia una “Repubblica socialista sovietica di Gagauzia”.
Tale comunità è formata da Turchi cristiani di confessione ortodossa i quali, a differenza della maggioranza dei Moldavi, temono soprattutto un riavvicinamento del paese alla prossima Romania che li renderebbe invisibili in un vasto insieme rumenofono.
Le forti tensioni che nascono tra le autorità centrali moldave e i Gagauzi non si placano se non quando la Moldavia rifiuta nel mese di marzo del 1994, via referendum, il progetto che la vedeva unificarsi alla Romania.
Alla fine di quello stesso anno viene accordato, alla regione gagauza, uno statuto speciale.
Può disporre di poteri legislativi ed esecutivi indipendenti, di una capitale, Comrat (30.000 ab.), di una bandiera e di totale autonomia in materia di cultura, di educazione, di questioni sociali e di finanze locali.
La regione in questione, sui circa tre milioni e quattrocentomila Moldavi, raggruppa in totale centosettantamila abitanti, l’ottanta per cento dei quali è di etnia gagauza.
Dobbiamo riconoscere che l’inquietudine dei Gagauzi circa l’assorbimento della Moldavia in seno alla Romania non si placa comunque da allora e fino ad oggi.
Nel febbraio del 2014, in occasione di un referendum organizzato dal governo locale ma non riconosciuto dal governo centrale moldavo, quasi unanimemente (con il settanta per cento di partecipazione) si sono espressi in favore dell’unione doganale con la Russia, contro l’integrazione all’Unione europea, e in favore dell’indipendenza della Gagauzia nel caso in cui la Moldavia abbandoni la sua sovranità.
Ma da dove vengono questi Gagauzi?
Sono, senza ombra di dubbio, i discendenti di tribù turche che, spinte da altri invasori, si sono installate, durante il Medio Evo, a sud del delta del Danubio, e convertitesi, allora, al cristianesimo.
In seguito, incoraggiati dai Russi che desideravano popolare il territorio recentemente conquistato e ancora deserto, in parte, della Bessarabia, migrano verso nord all’inizio del XIX secolo occupando quello che è attualmente il loro habitat.
La regione è povera, con scarse riserve idriche e, ancor oggi, vive di agricoltura e, in special modo, di viticoltura.
Facendo leva sullo statuto favorevole che le è stato accordato, la comunità gagauza attualmente si adopera per la valorizzazione della propria lingua turca, la sua storia e la propria prosperità.
Ma purtroppo, una vera crudeltà, mancano i mezzi.
Possiamo aiutarla, contribuendo anche ad avvicinarla all’Unione europea, portando in tavola, di tanto in tanto, qualche bottiglia di vino gagauzo.
François Nicoullaud