Il film della mia vita: ‘Brancaleone da Norcia’

Non avendo mai visto ‘Via col Vento’ e se per questo nemmeno ‘Titanic’ o uno solo dei film di Woody Allen, rischiò di essere il film della mia vita ‘Rashomon’ il ca-po-la-vo-ro di Akira Kurosawa.

Avevo sedici anni.

Come tutte le creature ero attratto dall’aura intellettualistica e, di conseguenza, dal film così detto d’autore (oggi cult).

Poi, al pari della scarlattina che t’acchiappa e se ne va, mi passò e devo dire che ciò accadde molto in fretta.

A quel punto il film della mia vita divenne ‘L’armata Brancaleone’ del quale, avendolo visto e rivisto non so quante volte, conosco le battute a memoria.

Non  sto a menar il can per l’aia:

Teofilatto dei Leonzi: “Cedete lo passo” e Brancaleone: “Cedete lo passo tu!”.

Ancora: Brancaleone: “Ah… la milza!”. Teofilatto: “No, ivi ci sta lo fegato”. Brancaleone: “Ah sì? Spesso mi dole”. Teofilatto: “Bollitura di cetosella, finocchio… zolfone… malva… tutto insieme… Bere a digiuno”. Brancaleone: “Bono remedio?”. Teofilatto: “Eh… ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco… e tu sei guarito!”.

Nuovamente ancora: il monaco Zenone: “Transitate lo cavalcone in fila longobarda!”

Continuo?
Non sto a magnificare il talento di un Gassman o di un Gianmaria Volonté non già incartatosi nei ruoli impegnati, non sto a tesser le lodi di Capannelle nei panni di Abacucco Ebreo o di Caterina Spaak in quelli di Matilde/Tamelda.

No, non sto.

‘L’Armata Brancaleone’ è il film della mia vita perché metafora della vita.

A Brancaleone da Norcia mancò la fortuna, non il valore.

Se non si fossero messi di traverso Aquilante malo caballo e il sasso del giovane inesperto fromboliere (inutile circostanziare: chi ebbe la fortuna di vedere il film, sa), Brancaleone da Norcia non sarebbe finito impalato dagli armigeri di Ottone detto l’Attaccabrighe.

Ma, prence magnanimo, come da imperial cartapecora avrebbe regnato, tié, sul feudo di Castro, con agio di messi doviziose, armenti et femmine dalle bianche poppe.

Bon,  questo è quanto e ciascuno ne cavi la morale che vuole.

In quanto a me, “Branca, branca, branca! Leon, leon, leon!…”

Paolo Granzotto