Un caffè da Remigio

Una volta, a Napoli, quando uno prendeva il caffè al bar ed era particolarmente allegro ne pagava due.

Il secondo era per un cliente successivo.

E, ogni tanto, qualcuno si affacciava al bar e chiedeva se c’era un ‘sospeso’.

Insomma, come dire, era un caffè offerto all’umanità.

 

Anche io oggi vorrei lasciare un ‘sospeso’…

 

Per te, che assomigliavi alla Magnani, con quei capelli scuri e la bocca che nascondeva denti grandi e forti.

A te, con i tuoi vestiti a fiori e le dita affusolate appoggiate con eleganza alla tazzina.

 

“Ma come sei già in piedi, bellezza rara?”, mi sussurravi sul terrazzo a Vulcano.

“La nonna beve il suo caffè.

Alle cinque è l’ora che preferisco.”

 

L’aroma, i grilli e il tuo profumo, ecco cosa mi ha svegliata.

Sapevo di trovarti qui.

Amo quest’isola selvaggia come te.

 

Passa da Remigio, il caffè oggi  l’offro io.

Che tu sia morta per me è un dettaglio.

Ti ho lasciato sul banco le Nazionali.

 

Federica della Porta Rodiani