“Non fosse la donna”

Quello del rapporto con le donne è un tema sul quale i massimi geni della letteratura, della filosofia, della religione si sono esercitati, da par loro, nel corso dei millenni.

Tutti i segreti, le sfumature, le ombre e le luci di un dialogo affettivo, sentimentale, sensuale che scandisce l’esistenza degli umani sono stati sviscerati.

E’ vero che il costume e anche la legge hanno avuto, per quanto riguarda la condizione femminile (e quindi quella maschile) mutamenti profondi: cosicché alcuni considerano obsolete le pagine immortali non solo di Virgilio – con la disperazione di Didone – ma perfino di Flaubert, con la sua Madame Bovary.

Sì. Nella scena, nell’ambiente, nel linguaggio di quei testi classici le donne si presentano senza dubbio in modo diverso da Luciana Littizzetto.

Non sono tuttavia proprio sicuro che la diversità sia tanta anche quando delle donne si scandaglia il cuore.

Una premessa, questa, solo per dire che non m’illudo di affidare a queste pagine non dico un pensiero inedito, ma almeno un pensiero che esca dalla banalità.

La Venere di Milo
La Venere di Milo
Accade tuttavia, più d’una volta, che le banalità siano anche verità.

Ecco allora – con riferimento alle donne, come vuole il tema a me proposto – il primo dei miei consigli.

Non sottovalutarle mai.

Hanno riserve di tenacia, di generosità, di intelligenza, di sottigliezza seduttiva, di resistenza emotiva, di praticità quotidiana che gli uomini nemmeno se le sognano.

Hanno anche riserve di ribellione.

Sanno essere molto vendicative, perché sanno amare molto.

Da maneggiare dunque con cura sapendo che sono le presenze più necessarie e preziose nel corso della nostra esistenza, e nello stesso tempo le presenze più impegnative.

Secondo consiglio.

Non sopravvalutarle.

Questo accade soprattutto in una relazione sentimentale, e nel periodo in cui l’innamoramento trascina il maschio in uno stato di dolce ebetudine.

Proprio perché così forti nell’affrontare la vita, le donne non sono sciocche né immuni dalle meschinità, se volete dalle cattiverie in cui gli uomini continuamente incorrono.

Imbattibili nella bugia, quando ci si mettono.

In caso contrario sarebbero creature angelicate, perfette, noiosissime, capaci di piacere forse agli sceicchi degli emirati arabi.

Noi dobbiamo preferirle così come la natura le ha fatte, ammalianti e, se del caso, combattenti.

Dopo l’esortazione a non sottovalutare e a non sopravvalutare, chiudo con una citazione di Camillo Sbarbaro che magari sopravvaluta, ma secondo me in maniera molto bella.

“Non fosse la donna

il giorno sarebbe senz’albore:

non stella avrebbe

o rugiada la notte: non acque

o fili d’erba la terra.

Senza cielo sul capo si andrebbe“.

Mario Cervi