Cattiva maestra televisione(per non parlare di Internet)

Il testo che qui ripropongo è stato vergato nel 2003 e fa riferimento alla sceneggiatura di un film del 1976 (!?). Undici anni dalla stesura e non cambierei sostanzialmente nulla.  Fatto è che la tv e Internet nel frattempo affermatosi e oggi dominante – hanno profondamente e catastroficamente inciso (e viepiù incidono) su intere generazioni di individui determinando, causando una regressione di massa contro la quale non è stata opposta  e, d’altra parte non si vede, nessuna possibile difesa.  Legioni di giovani imbecilli, nutriti ai cellulari e in grado di accedere al web, hanno rinunciato allo studio, sostanzialmente alla memoria.  Tutto, apparentemente ogni sapere, essendo a portata di clic, più o meno consciamente si pensa non conti, non necessiti, come un tempo e da sempre, conoscere. ‘Malissima tempora currunt’, e non potrà che peggiorare! – MdPR

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“Il grande regista italiano Dino Risi, anni orsono, parlando da cineasta, ma, anche e certamente, da attento, umanissimo telespettatore, ha scritto:

‘La televisione vive di cinema, il cinema muore di televisione’.

Il grido di allarme e di dolore dell’autore de ‘Il sorpasso’ altro non fa che riflettere e ribadire la giustificata avversione che l’ambiente cinematografico nutre, fin dal suo insorgere, nei confronti del concorrente e prevaricante mezzo televisivo.

La critica più aspra e (ce ne siamo resi conto molto tempo dopo considerato che, anche in questa materia, siamo indietro anni luce nei confronti degli USA, laddove, sempre, la contestazione proprio al ‘sistema americano’ nelle sue più criticabili espressioni prende corpo ed anima) assolutamente fondata nella quale, nei mille momenti di sconforto, mi riconosco si ritrova nel coinvolgente ‘Quinto potere’ (‘Network’, in originale), film realizzato da Sidney Lumet nel lontano 1976.

Mi riferisco, naturalmente, all’invettiva che lancia contro la tv, dagli schermi di un potente network l’anchorman pentito e fuori di testa – e, per ciò stesso, assolutamente sincero – Howard Beale, interpretato da Peter Finch, vincitore dell’Oscar per quella sua performance.

Le parole che pronuncia sono parte della splendida sceneggiatura originale scritta per l’occasione dall’indimenticabile commediografo e, appunto, sceneggiatore Paddy Chayefsky, a propria volta in tre occasioni – questa inclusa – capace in carriera di catturare con il suo lavoro la mitica statuetta .

 

“…C’è da noi un’intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso dalla tv.

La tv è la loro Bibbia, la suprema rivelazione.

La tv può creare e distruggere presidenti, papi, primi ministri.

La tv è la più spaventosa maledettissima forza di questo mondo senza Dio.

E poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati…

Ascoltatemi, la televisione non è la verità.

La televisione è un maledetto parco dei divertimenti, un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio!

Ammazzare la noia è il nostro mestiere.

Quindi, se volete la verità, andate da Dio, andate dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove troverete mai la verità!

Sapete, da noi non potrete mai ottenere la verità.

Vi diremo tutto quello che vorrete sentire, mentendo senza vergogna.

Vi diremo che Nero Wolfe trova sempre l’assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare, e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete, guardate l’orologio, alla fine dell’ora l’eroe vince.

Vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire.

Noi commerciamo illusioni.

Niente di tutto questo è vero.

Ma voi ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede.

Conoscete soltanto noi.

Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui.

Cominciate a credere che la tv è la realtà e che le vostre vite sono irreali.

Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su bambini come in tv, persino pensate come in tv!

Questa è pazzia di massa.

Siete tutti matti!

In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni.

Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!”

Sono trascorsi ben ventisette anni e pressoché nessuno, io per primo, ha avuto il coraggio di seguire l’invito di Chayefski.

Che dire?”

 

PS: Lo sceneggiatore, come visto, nel 1976, parla di “un’intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso dalla tv”.

Siamo nel 2014: quante altre generazioni, esposte altresì al ‘contagio’ di Internet, si sono aggiunte?

Mauro della Porta Raffo